In generale si consiglia la sospensione delle terapie specifiche per la SM qualche mese prima e durante la gravidanza e l'allattamento.
Un recente studio ha evidenziato che l'esposizione accidentale a terapie immunomodulatrici (interferoni e copaxone) non ha comportato effetti teratogeni sul feto.
Per informazioni più specifiche sulle controindicazioni dei farmaci in allattamento e gravidanza esiste una rete europea di servizi informativi.
In Italia, i servizi ai quali è possibile rivolgersi sono:
per l'assunzione di farmaci in gravidanza:
- Centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo,
tel. 800883300; attivo 24 ore
- Tossicologia Perinatale della Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze,
tel. 055.4277731; attivo lunedì ore 14.00-16.00, mercoledì e venerdì ore 10.00-12.00
- Telefono Rosso del Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma,
tel. 3050077; attivo da lunedì a venerdì ore 9.00-13.00 e 14.00-16.00
- Servizio di Informazione Teratologica CEPIG (Centro per l'informazione genetica) dell'Università degli Studi - Azienda Ospedaliera di Padova,
tel. 049.8213513, fax 049.8211425; attivo da martedì a venerdì, ore 15.00-17.00
per l'assunzione di farmaci in allattamento:
- Centro regionale di informazione sui farmaci in allattamento e in età pediatrica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano,
tel. 02.39005070; attivo da lunedì a venerdì, ore 9.30-15.00
Per chi desidera approfondire è disponibile online il manuale "Farmaci e Gravidanza" dell'Agenzia italiana per il Farmaco (AIFA):
Terapia immunomodulatrice e gravidanza
Data: 3 Settembre 2007
Medici dell’Hospital Clínico San Carlos, di Madrid
in Spagna, hanno studiato il management (gestione) della gravidanza
nelle pazienti affette da Sclerosi Multipla, sottoposte a terapia immunomodulatrice
(IMT) nella pratica clinica di routine.
Inoltre è stato analizzalo l’esito della gravidanza ed il
decorso clinico della Sclerosi Multipla nel periodo della gravidanza.
Lo studio retrospettivo e multicentrico è stato eseguito su
pazienti che avevano ricevuto la terapia immunomodulatrice prima del
concepimento.
Le pazienti sono state seguite per almeno 3 mesi dopo il parto.
Sono state analizzate un totale di 1.286 cartelle cliniche. Sono state
identificate 88 gravidanze in 74 (6%) donne, il 66% delle quali erano
non esposte (a terapia IMT) ed il 34% esposte.
Nella maggior parte dei casi, la terapia immunomodulatrice era stata
sospesa prima del concepimento e ripristinata poco dopo il parto.
L’esposizione accidentale a IMT non ha portato a dei tassi di
aborto superiori (P = 0,76) o a malformazioni.
Il tasso di recidiva è risultato diminuito durante la gravidanza
(0,31 versus 0,61 nell’anno precedente la gravidanza) ed aumentato
dopo il parto (0,87 al terzo mese), ritornando ai valori pre-concepimento
al 12° mese.
Il valore mediano del punteggio EDSS non è aumentato durante
lo studio.
I dati dello studio hanno mostrato che l’interruzione del trattamento
immunomodulatorio prima del concepimento ed il suo ripristino subito
dopo il parto è risultata essere la pratica clinica più
frequente.
L’esposizione accidentale a a terapia immunomodulatrice non ha influenzato gli
esiti della gravidanza e non ha aumentato i tassi di malformazione.
La gravidanza è stata associata ad un ridotto tasso di recidiva.
Non sono stati individuati fattori in grado di predire il rischio di
recidiva durante o dopo la gravidanza.