Rebif
iniettabile - Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
02.0
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Una siringa pre-riempita (0,5 ml) contiene 44 microgrammi (12 milioni
UI*) di Interferone (IFN) beta-1a**.
* misurato con saggio
biologico dell'effetto citopatico (CPE) contro uno
standard interno di IFN beta-1a, a sua volta calibrato
contro il vigente standard internazionale NIH (GB-23-902-531).
** prodotto
tramite cellule ovariche di criceto cinese (CHO-K1)
con la tecnica del DNA ricombinante.
Eccipienti: 2,5 mg di alcool benzilico e 0,01 M di
tampone di sodio acetato.
Per l'elenco completo degli
eccipienti, vedere paragrafo 6.1
03.0
FORMA FARMACEUTICA
Soluzione iniettabile.
Soluzione da limpida ad opalescente,
con pH da 3,5 a 4,5
e osmolalità da 250 mosmol/l
a 450 mosmol/l.
04.0
INFORMAZIONI CLINICHE.
04.1
Indicazioni terapeutiche
Rebif è indicato nel trattamento della Sclerosi Multipla con recidive.
Negli studi clinici, ciò veniva caratterizzato da due o più esacerbazioni nei due
anni precedenti (vedere paragrafo 5.1).
Non è stata dimostrata l'efficacia
nei pazienti con Sclerosi Multipla secondaria progressiva in assenza
di esacerbazioni (vedere paragrafo 5.1).
04.2 Posologia e
modo di somministrazione
Il trattamento dovrà
essere iniziato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento
della malattia.
Rebif è disponibile in tre dosaggi: 8,8 microgrammi, 22 microgrammi e 44 microgrammi. Per i pazienti che iniziano il
trattamento con Rebif, è disponibile una confezione
contenente Rebif 8,8 microgrammi e Rebif 22 microgrammi, che corrisponde alle necessità
del paziente durante il primo mese di inizio terapia.
La posologia consigliata di Rebif è di 44 microgrammi tre volte a settimana per
iniezione sottocutanea. Rebif 22 microgrammi, sempre
tre volte a settimana per iniezione sottocutanea, è
consigliabile per i pazienti che non tollerano il dosaggio più elevato, secondo
il parere del medico.
Bambini ed adolescenti:
Non sono stati condotti studi
clinici o di farmacocinetica su bambini o
adolescenti. Tuttavia i pochi dati pubblicati suggeriscono che il profilo di
sicurezza del medicinale in adolescenti fra 12 e 16 anni di età,
che ricevono Rebif 22 microgrammi tre volte alla
settimana per iniezione sottocutanea, è simile a quello osservato in pazienti
adulti. Le informazioni sull'uso di Rebif in bambini al di sotto dei 12 anni di età sono molto limitate e
perciò Rebif non deve essere usato in questa
popolazione.
Prima di effettuare
l'iniezione e 24 ore dopo ogni iniezione si consiglia di somministrare un
analgesico antipiretico per attenuare i sintomi simil-influenzali
associati alla somministrazione di Rebif.
Al momento non è noto per quanto
tempo i pazienti devono essere trattati. La sicurezza e l'efficacia
di Rebif non sono state dimostrate oltre 4 anni di trattamento.
Si raccomanda di monitorare i pazienti almeno ogni 2 anni nei primi
4 anni di trattamento con Rebif, e la decisione
di proseguire con una terapia a lungo termine sarà presa dal medico
in base alla situazione di ogni singolo paziente.
04.3
Controindicazioni
Inizio del trattamento in gravidanza(vedere
paragrafo 4.6).
Pazienti con una storia di ipersensibilità all'Interferone beta naturale o ricombinante,
o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Pazienti attualmente
affetti da depressione grave e/o ideazioni suicide (vedere paragrafi
4.4 e 4.8).
04.4
Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
I pazienti devono essere
informati sulle più comuni reazioni avverse associate alla somministrazione di interferone beta, inclusi i sintomi della sindrome simil-influenzale (vedere paragrafo 4.8). Questi sintomi
sono più evidenti all'inizio della terapia e diminuiscono in frequenza e
gravità con il proseguire del trattamento.
Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con disturbi
depressivi pregressi o in corso ed in particolare a quelli con precedenti
ideazioni suicide (vedere paragrafo 4.3). È noto che
depressione e ideazioni suicide sono presenti con maggior frequenza nella
popolazione dei malati di Sclerosi Multipla ed in associazione con l'uso
dell'interferone. I pazienti in trattamento con Rebif
devono essere avvisati di riferire immediatamente al loro medico l'eventuale
comparsa di sintomi depressivi o ideazioni suicide. I pazienti affetti da depressione devono essere tenuti sotto stretto
controllo medico durante la terapia con Rebif e
trattati in modo appropriato. La sospensione della terapia con Rebif deve essere presa in considerazione (vedere paragrafi
4.3 e 4.8).
Rebif deve essere somministrato con cautela ai pazienti con una storia di epilessia, a quelli in trattamento con farmaci
anti-epilettici ed in particolare se la loro epilessia non è adeguatamente
controllata dagli anti-epilettici (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
I pazienti con malattia
cardiaca, quale angina, scompenso cardiaco congestizio o aritmie, devono essere tenuti sotto stretto
controllo per osservare eventuali peggioramenti delle loro condizioni cliniche
durante l'inizio della terapia con Interferone beta-1a. I sintomi della
sindrome simil-influenzale associati alla terapia con
Interferone beta-1a possono essere fonte di stress nei pazienti con problemi
cardiaci.
Sono stati descritti casi di
necrosi sul sito di iniezione (NSI) in pazienti in
terapia con Rebif (vedere paragrafo 4.8). Per ridurre
al minimo il rischio di necrosi sul sito di iniezione i pazienti devono essere
informati:
di usare tecniche di iniezione asettiche,
di variare il sito di iniezione ad ogni dose.
Le procedure per
l'auto-somministrazione devono essere periodicamente riesaminate soprattutto se
si sono verificate reazioni nel sito di iniezione.
Se il paziente presenta un
qualsiasi tipo di lesione cutanea, accompagnata da edema o essudazione dal sito
di iniezione, il paziente deve essere avvisato di
consultare il proprio medico prima di continuare le iniezioni di Rebif. Se i pazienti presentano
lesioni multiple, Rebif deve essere interrotto fino
alla completa cicatrizzazione delle lesioni. I pazienti con lesioni singole
possono continuare la terapia se la necrosi non è troppo estesa.
In studi clinici con Rebif aumenti asintomatici dei
livelli delle transaminasi epatiche (in particolare alanina-aminotransferasi (ALT))
sono stati frequenti e una percentuale pari al 1-3% dei pazienti ha sviluppato
incrementi delle transaminasi epatiche alti più di 5
volte il limite superiore della norma. In assenza di sintomi clinici, i livelli
sierici di ALT devono essere
monitorati prima dell'inizio della terapia e a 1, 3 e 6 mesi dall'inizio della
terapia, e in seguito, controllati periodicamente. Una riduzione della dose di Rebif deve essere presa in considerazione nel caso i
livelli di ALT siano alti più di 5 volte il limite
superiore della norma e la dose deve essere gradualmente riaumentata
quando i livelli enzimatici si normalizzano. Rebif
deve essere somministrato con cautela nei pazienti con anamnesi di patologie
epatiche significative o evidenza clinica di patologia
epatica in forma attiva o abuso di alcool o incremento dei livelli di ALT
(>2,5 volte i limiti superiori della norma). Il trattamento con Rebif deve essere interrotto in caso di comparsa di ittero o altri sintomi clinici di disfunzione epatica
(vedere paragrafo 4.8).
Rebif, come altri interferoni beta, può causare danni epatici gravi
(vedere paragrafo 4.8), tra cui l'insufficienza
epatica acuta. Non è noto il meccanismo d'azione dei rari casi di disfunzione
epatica sintomatica. Non sono stati identificati specifici fattori di rischio.
All'impiego di interferoni sono associate alterazioni degli esami di
laboratorio. L'incidenza globale di queste alterazioni
è leggermente più alta con Rebif 44 microgrammi che
con Rebif 22 microgrammi. Pertanto, oltre ai test di
laboratorio normalmente richiesti per monitorare i pazienti con la sclerosi
multipla, si raccomanda di eseguire il monitoraggio degli enzimi epatici, e la
conta leucocitaria con formula e la conta delle piastrine ad intervalli
regolari (1,3 e 6 mesi) dopo l'inizio della terapia con Rebif
e in seguito periodicamente anche in assenza di sintomi clinici. Questi
controlli dovrebbero essere più frequenti quando si
inizia la terapia con Rebif 44 microgrammi.
I pazienti in trattamento con
Rebif, possono occasionalmente sviluppare alterazioni
alla tiroide o peggioramento di alterazioni
preesistenti. Un test di funzionalità tiroidea deve essere effettuato al basale e, se alterato, ripetuto ogni 6-12 mesi
dall'inizio del trattamento. Se i valori sono normali
al basale, non è necessario un esame di controllo che deve invece essere
effettuato qualora si manifesti una sintomatologia clinica di disfunzione
tiroidea (vedere paragrafo 4.8).
Cautela e stretta
sorveglianza devono essere adottate nella somministrazione dell'Interferone
beta-1a a pazienti con grave insufficienza renale ed epatica e a pazienti con
grave mielosoppressione.
Possono svilupparsi anticorpi
neutralizzanti anti-Interferone beta-1a. L'esatta
incidenza di tali anticorpi non è ancora definita. I dati clinici suggeriscono
che tra i 24 e 48 mesi di trattamento con Rebif 44
microgrammi, circa il 13 - 14% dei pazienti sviluppa anticorpi sierici persistenti contro l'Interferone beta-1a. È stato
dimostrato che la presenza di anticorpi attenua la
risposta farmacodinamica all'Interferone beta-1a
(Beta-2 microglobulina e neopterina). Sebbene
l'importanza clinica della comparsa degli anticorpi non sia stata completamente
chiarita, lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti si
associa ad una riduzione dell'efficacia su parametri clinici e di risonanza
magnetica.
Qualora un paziente dimostri una scarsa risposta alla terapia con Rebif ed abbia sviluppato anticorpi neutralizzanti, il
medico rivaluterà il rapporto beneficio/rischio per proseguire o meno il
trattamento con Rebif.
L'uso di vari metodi per la
determinazione degli anticorpi sierici e le diverse
definizioni di positività degli anticorpi limitano la possibilità
di confrontare l'antigenicità tra prodotti
differenti.
Solo scarsi dati di sicurezza
ed efficacia sono disponibili nei pazienti, non in grado di deambulare, affetti
da Sclerosi Multipla.
Questo medicinale contiene meno
di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose, ed è
pertanto praticamente "privo di sodio".
04.5
Interazioni
Non sono stati effettuati studi di interazione con Rebif
(Interferone beta-1a) nell'uomo.
È noto che gli interferoni
riducono l'attività degli enzimi dipendenti dal citocromo epatico P450
nell'uomo e negli animali. Occorre prestare attenzione quando
si somministra Rebif in associazione ad altri farmaci
con stretto indice terapeutico e in larga misura dipendenti per la loro
eliminazione dal sistema epatico del citocromo P450, quali antiepilettici ed
alcune classi di antidepressivi.
Non è stata studiata in maniera
sistematica l'interazione di Rebif con corticosteroidi o ACTH. Studi clinici indicano che i pazienti
con Sclerosi Multipla possono essere trattati con Rebif
e corticosteroidi o ACTH durante le riacutizzazioni.
04.6 Gravidanza e
allattamento
Sull'uso di Rebif in gravidanza, sono disponibili informazioni
limitate. I dati disponibili indicano che si potrebbe verificare un aumento del
rischio di aborto spontaneo. Pertanto l'inizio del
trattamento in gravidanza è controindicato (vedere paragrafo
4.3).
Le donne in età fertile
devono adottare opportune misure contraccettive.
Le pazienti in trattamento
con Rebif che iniziano una
gravidanza o che hanno desiderio di avere figli devono essere informate sui
rischi potenziali e sulla possibilità di interrompere il trattamento
(vedere paragrafo 5.3). Nelle pazienti che, prima dell'inizio del trattamento,
presentano un elevato tasso di ricadute, deve essere valutata, in caso di gravidanza,
la decisione di interrompere il trattamento con Rebif,
rischiando una grave ricaduta o di proseguire il trattamento con Rebif, aumentando il rischio di aborto spontaneo.
Non è noto se Rebif venga escreto nel latte materno. Tenuto conto del potenziale
rischio di gravi effetti collaterali nei lattanti, è necessario decidere
se interrompere l'allattamento o la terapia con Rebif.
04.7
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
Eventi avversi a livello del
sistema nervoso centrale associati all'uso dell'interferone beta (per
esempio capogiri), possono alterare la capacità del paziente di
guidare veicoli o di usare macchinari (vedere paragrafo
4.8).
04.8
Effetti indesiderati
a) Descrizione generale
La più alta incidenza di
reazioni avverse associate al trattamento con Rebif è
correlata alla sindrome simil-influenzale. I sintomi simil-influenzali tendono ad essere
maggiori all'inizio del trattamento e a diminuire di frequenza con il
proseguimento del trattamento. Durante i primi 6 mesi di trattamento con Rebif il 70% circa dei pazienti potrebbe
manifestare i sintomi della sindrome simil-influenzale
caratteristica dell'interferone. Nel 30% circa dei pazienti si osservano anche
reazioni nel sito di iniezione, quali lievi
infiammazioni o eritema. Sono frequenti aumenti asintomatici
dei parametri di funzionalità epatica e riduzioni della conta
leucocitaria (WBC).
La maggior parte delle reazioni
avverse osservate durante il trattamento con l'interferone beta-1a sono
lievi e reversibili, e rispondono bene a riduzioni del dosaggio. Nel
caso di effetti indesiderati gravi o persistenti, a discrezione
del medico, la dose di Rebif può essere temporaneamente
ridotta o sospesa.
b) Frequenza delle reazioni avverse
Le reazioni avverse riportate
di seguito sono classificate in base alla loro frequenza:
Molto comuni
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> 1/10
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Comuni
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>1/100 -
<1/10
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Non comuni
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>1/1.000 -
<1/100
|
Rare
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>1/10.000 -
<1/1.000
|
Molto rare
|
< 1/10.000
|
All'interno di ciascuna
classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine
decrescente di gravità .
Reazioni avverse rilevate nel corso di studi clinici:
I dati sono stati estrapolati
dai diversi studi clinici nella Sclerosi Multipla (placebo = 824 pazienti; Rebif 22 microgrammi tre volte alla
settimana = 398 pazienti; Rebif 44 microgrammi tre
volte alla settimana = 727 pazienti) e mostrano la frequenza delle reazioni
avverse osservate a 6 mesi (in eccesso rispetto al gruppo trattato con
placebo). Le reazioni avverse sono elencate di seguito in base alla loro
frequenza e al sistema di classificazione organi medDRA
Classificazione per sistemi e
organi
|
Molto comuni >1/10)
|
Comuni
(>/100, <1/10)
|
Non comuni
>1/1,000, <1/100)
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Non nota*
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Infezioni e infestazioni
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Ascesso al sito di
iniezione
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Infezioni al sito di iniezione, inclusa la comparsa di cellulite
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Patologie del sistema emolinfopoietico
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Neutropenia, linfopenia, leucopenia,
trombocitopenia, anemia
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Patologie endocrine
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Disfunzione tiroidea che si
manifesta più frequentemente come ipotiroidismo o ipertiroidismo
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Disturbi psichiatrici
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Depressione, insonnia
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Tentativo di suicidio
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Patologie del sistema nervoso
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Cefalea
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Epilessia
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Patologie gastrointestinali
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Diarrea, vomito, nausea
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Patologie della cute e del tessuto
sottocutaneo
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Prurito, rash,
rash eritematoso, rash maculo-papulare
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Angioedema, orticaria, eritema multiforme, reazioni cutanee simil-eritema multiforme, sindrome di Stevens
Johnson, alopecia
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Mialgia, artralgia
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Infiammazione al sito di iniezione, reazione al sito di iniezione, sindrome simil-influenzale
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Dolore al sito di
iniezione, astenia, brividi, febbre
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Necrosi al sito di
iniezione, nodulo al sito di iniezione
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Esami diagnostici
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Aumento asintomatico
delle transaminasi
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Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
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Dispnea
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Disturbi del sistema immunitario
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Reazioni anafilattiche
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Patologie vascolari
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Eventi tromboembolici
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Patologie epatobiliari
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Epatiti con o senza ittero
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* Reazioni avverse rilevate durante la fase post-marketing (frequenza sconosciuta)
c) Informazioni su gravi reazioni avverse rare e/o frequenti
Rebif, come altri interferoni beta, può causare danni epatici gravi. Non
è noto il meccanismo d'azione dei rari casi di disfunzione epatica sintomatica.
La maggior parte dei casi di danno epatico grave si manifesta durante
i primi sei mesi di trattamento. Non sono stati identificati specifici
fattori di rischio. Il trattamento con Rebif
deve essere interrotto in caso di comparsa di ittero
o di altri sintomi clinici di disfunzione epatica (vedere paragrafo
4.4).
d) Reazioni avverse associabili alla classe farmacologica
La somministrazione di interferoni è stata associata alla comparsa di anoressia,
vertigini, ansia, aritmie, vasodilatazione, palpitazioni, menorragia
e metrorragia.
Un'aumentata produzione di autoanticorpi può svilupparsi
durante il trattamento con interferone beta.
04.9 Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio i pazienti devono essere ricoverati in ospedale
in osservazione e deve essere adottata una opportuna
terapia di supporto.
05.0
PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
05.1
Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: interferone beta-1a, codice ATC:
L03AB07.
Gli interferoni (IFNs) sono un gruppo di glicoproteine endogene dotate di proprietà immunomodulatorie, antivirali e antiproliferative.
Rebif (Interferone beta-1a) possiede la stessa sequenza aminoacidica dell'interferone beta naturale umano. Viene prodotto in cellule di mammifero (cellule ovariche di criceto cinese) ed è quindi glicosilato
come la proteina naturale.
L'esatto meccanismo di azione del Rebif nella sclerosi
multipla è ancora oggetto di studio.
La sicurezza e l'efficacia di
Rebif sono state valutate in pazienti con sclerosi
multipla di tipo recidivante-remittente a dosaggi
compresi fra 11 e 44 microgrammi (3-12 milioni UI), somministrati per via
sottocutanea 3 volte a settimana. Ai dosaggi autorizzati, è stato dimostrato
che Rebif 44 microgrammi riduce
l'incidenza (circa il 30% in 2 anni) e la gravità delle esacerbazioni nei
pazienti con almeno 2 ricadute nei 2 anni precedenti e con un punteggio EDSS
tra 0-5,0 all'ingresso nello studio. La percentuale dei pazienti con
progressione della disabilità , definita come
incremento di almeno un punto della scala EDSS confermato dopo tre mesi, è
stata ridotta dal 39% (placebo) al 27% (Rebif 44
microgrammi). Nel corso di 4 anni, la riduzione del livello di
esacerbazioni si è ridotto in media del 22% in pazienti trattati con Rebif 22 microgrammi e del 29% nei pazienti trattati con Rebif 44 microgrammi rispetto ad un gruppo di pazienti
trattati con placebo per 2 anni e successivamente con Rebif
22 o 44 microgrammi per 2 anni.
In uno studio della durata di
3 anni in pazienti con Sclerosi Multipla secondaria progressiva (EDSS 3-6,5)
con evidenza di progressione clinica nei due anni precedenti e che non hanno
manifestato ricadute nelle 8 settimane precedenti, Rebif
non ha mostrato effetti significativi sulla
progressione della disabilità , ma ha ridotto la
frequenza di esacerbazioni di circa il 30%. Se la popolazione dei pazienti viene divisa in 2 sottogruppi (quelli con e quelli senza
esacerbazioni nei 2 anni precedenti all'arruolamento nello studio) nel gruppo
di pazienti senza esacerbazioni non si osserva alcun effetto sulla disabilità mentre nel gruppo di pazienti con
esacerbazioni, la percentuale di quelli che hanno mostrato una progressione
della disabilità alla fine dello studio è
risultata ridotta dal 70% (placebo) al 57% (Rebif 22
microgrammi e Rebif 44 microgrammi). Questi
risultati, ottenuti in un sottogruppo di pazienti in un'analisi a posteriori,
devono essere interpretati con cautela.
Rebif non è stato ancora studiato in pazienti con Sclerosi Multipla primaria
progressiva, quindi non deve essere utilizzato in questo gruppo di pazienti.
05.2
Proprietà farmacocinetiche
Nei volontari sani, dopo
somministrazione endovena, l'Interferone beta-1a presenta un
declino multi-esponenziale rapido, con livelli
sierici proporzionali alla dose somministrata. L'emivita iniziale è dell'ordine di minuti e quella terminale
è di molte ore, per la possibile presenza di un comparto profondo. Quando
somministrato per via sottocutanea o intramuscolare, i livelli sierici di interferone beta
rimangono bassi, ma sono ancora misurabili fino a 12 - 24 ore dopo la
somministrazione. Ai fini dell'esposizione dell'organismo all'interferone beta
le vie di somministrazione sottocutanea e intramuscolare di Rebif
sono equivalenti. Dopo una singola dose di 60 microgrammi, la massima
concentrazione plasmatica, misurata con saggio immunologico, è compresa tra 6 e 10 UI/ml, raggiunta in un
tempo medio di circa 3 ore dopo la somministrazione. Dopo la somministrazione
sottocutanea di dosi uguali ripetute ogni 48 ore per 4 volte, si osserva un
modesto fenomeno di accumulo (circa 2,5 x AUC).
Indipendentemente dalla via
di somministrazione, evidenti modificazioni della farmacodinamica
sono associate alla somministrazione di Rebif. Dopo
una dose singola, l'attività intracellulare e sierica della 2-5A sintetasi e le
concentrazioni sieriche di beta2-microglobulina e neopterina aumentano entro 24 ore, e iniziano
a diminuire entro i 2 giorni successivi. Le somministrazioni
intramuscolare e sottocutanea producono risposte del tutto
sovrapponibili. Dopo somministrazioni sottocutanee ripetute, ogni 48 ore per 4
volte, queste risposte biologiche rimangono elevate,
senza alcun segno di sviluppo di fenomeni di tolleranza.
L'Interferone beta-1a viene prevalentemente metabolizzato ed escreto dal fegato e
dai reni.
05.3
Dati preclinici di sicurezza
I dati non-clinici non
rilevano rischi particolari per l'uomo sulla base di
studi convenzionali di safety pharmacology,
tossicità a dosi ripetute e genotossicità .
Non sono stati effettuati studi di cancerogenesi
con Rebif.
È stato condotto uno studio
di tossicità embrio-fetale nelle scimmie
che ha mostrato l'assenza di effetti sulla riproduzione. Sulla base di osservazioni con altri interferoni alfa e beta
non si può escludere un aumentato rischio di aborto. Non sono attualmente disponibili informazioni sugli effetti dell'Interferone
beta-1a sulla fertilità maschile.
06.0
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1
Eccipienti
Mannitolo
Polossamero 188
L-metionina
Alcool benzilico
Sodio acetato
Acido acetico
Sodio idrossido
Acqua per preparazioni iniettabili
06.2
Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di
validità
18 mesi.
06.4
Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare in frigorifero (2°C
- 8°C). Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere
il medicinale dalla luce.
06.5 Natura e
contenuto della confezione
Siringa da 1 ml di vetro di
tipo 1, con ago in acciaio inossidabile, contenente
0,5 ml di soluzione.
Rebif è disponibile in confezioni da 1, 3 o 12 siringhe.
È possibile che non tutte le
confezioni siano commercializzate.
06.6
Istruzioni per l'uso e la manipolazione
La soluzione iniettabile in
siringa pre-riempita è pronta per l'uso. Il
medicinale può anche essere somministrato con un autoiniettore
compatibile.
Solo per monosomministrazione.
Usare unicamente una soluzione da limpida ad opalescente che
non contenga particelle e segni visibili di deterioramento.
Il prodotto non utilizzato ed
i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità
ai requisiti di legge locali.
07.0
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Serono Europe Limited
56, Marsh
Wall
Londra E14 9TP
Gran Bretagna
08.0
NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
EU/1/98/063/004
EU/1/98/063/005
EU/1/98/063/006
09.0 DATA DELLA
PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE.
Data della prima
autorizzazione: 4 Maggio 1998
Data del primo rinnovo: 4
Maggio 2003
Data dell'ultimo rinnovo: 4
Maggio 2008