Il Mitoxantrone
Il mitoxantrone è un derivato dell'antraciclina che
esercita la sua azione alterando la struttura del DNA; da ciò
deriva una potente azione immunosoppressiva che interessa
tutte le cellule immunocompetenti sia linfociti B e T che
macrofagi. Numerosi studi hanno documentato un'efficacia del
mitoxantrone nell'inibire l'attività di malattia sia clinica sia di risonanza
magnetica. Il trattamento con mitoxantrone richiede un attento
monitoraggio per la presenza di possibili eventi avversi. Gli
effetti collaterali minori e facilmente controllabili includono
leucopenia transitoria, elevazione degli enzimi epatici, nausea,
alopecia, infezioni del tratto urinario. Amenorrea, infezioni
severe, cardiotossicità (rischio di sviluppare insufficienza cardiaca congestizia) e leucemie sono eventi avversi più severi, ma si verificano con minor frequenza.
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Il Mitoxantrone, farmaco
citotossico della famiglia delle antracicline
già ampiamente utilizzato in ambito oncologico, è stato
valutato per la sua azione immunosoppressiva nel trattamento
della Sclerosi Multipla (MS), malattia cronica autoimmune
del sistema nervoso centrale. Mitoxantrone è indicato nella fase
cronica secondaria della malattia che si manifesta entro
10-25 anni dalla diagnosi di Sclerosi Multipla “recidivante-remittente”
(RRMS, relapsing-remitting multiple sclerosis) in
quasi il 50% e in oltre l’80% dei casi rispettivamente, e che
è caratterizzata da lenta progressione della disabilità neurologica
(SPMS, secondary progressive multiple sclerosis)1.
Efficacia
Un RCT di fase III2, 4, 5, multicentrico, in aperto vs placebo,
condotto su 188 pazienti con SPMS e RRMS con progressivo
peggioramento dopo le ricadute, ha valutato mitoxantrone
vs placebo dopo trattamento di 24 mesi. Quali outcome primari
sono stati considerati due end point: l’effetto sulla disabilità*
e sulle ricadute**. I pazienti sono stati randomizzati
al trattamento con placebo (64), mitoxantrone 5 mg/m2 (64),
mitoxantrone 12 mg/m2 (60) per infusione endovenosa ogni
3 mesi per 24 mesi; circa il 70% dei pazienti sono stati valutati
in un follow up di ulteriori 12 mesi. Mitoxantrone 12
mg/m2 si è dimostrato più efficace di placebo sia in termini
di rallentamento della disabilità, sia rispetto al numero totale
di ricadute che al tempo trascorso fino alla prima ricaduta
(p < 0,0001). Per il braccio 5 mg/m2 non sono disponibili dati
di significatività statistica nel confronto né vs placebo, né
vs il dosaggio più alto.
Un RCT di fase II 3-5, in aperto e multicentrico ha valutato l’efficacia di mitoxantrone (ev 20 mg/mese, pari a 12
mg/m2/mese in un adulto di media corporatura) + metilprednisolone
(ev 1 g/mese) vs metilprednisolone (ev 1 g/mese) in
42 soggetti affetti da SPMS e RRMS con deficit neurologici
tra le ricadute. Lo studio ha avuto una durata di 6 mesi ed
end point primario è stata la percentuale, determinata ogni
mese, di pazienti privi di nuove lesioni evidenziate con risonanza
magnetica per immagini con gadolinio. Durante lo studio
la percentuale di pazienti liberi da nuove lesioni è progressivamente
aumentata fino al 90% nel gruppo mitoxantrone
+ metilprednisolone e 31% nel gruppo solo metilprednisolone
(p = 0,001).
Tollerabilità
La tollerabilità di mitoxantrone in pazienti con MS è stata valutata
in 599 soggetti, 145 degli RCT sopra riportati2, 4-6 e
454 pazienti affetti da varie forme di MS valutati in un’analisi
retrospettiva che ha considerato il trattamento con mitoxantrone
nell’arco di 10 anni6. La massima dose cumulativa
somministrata è stata di 96 mg/m2 per i pazienti dello studio
di fase III e 101 mg/m2 nello studio di fase II. Nello studio
retrospettivo il 93% dei soggetti avevano ricevuto una dose
cumulativa minore di 100 mg/m2 ma 6 avevano ricevuto più
di 140 mg/m2 con una dose cumulativa massima pari a
183,3 mg/m2.
Gli effetti avversi più frequenti sono stati nausea, infezioni
respiratorie e del tratto urinario, amenorrea, stomatiti, leucopenia,
astenia e alopecia2, 4-6.
In letteratura è riportata una grave cardiotossicità associata a
mitoxantrone in terapie oncologiche: nessun paziente nei
due RCT ha riportato segni di cardiotossicità grave e 1 paziente
nello studio di fase III ha interrotto il trattamento per
variazioni elettrocardiografiche. Tra i soggetti considerati nello
studio retrospettivo 7 (dose cumulativa compresa tra 41
mg/m2 e 130 mg/m2) hanno interrotto la terapia per problemi
cardiaci e di questi 2 sono stati i morti con evidenze di cardiotossicità6.
La valutazione del profilo di tossicità di mitoxantrone lascia
tuttavia alcuni dubbi: il limitato numero di pazienti considerati
negli studi di fase III e II e il fatto che gli “osservatori” di
questi studi non erano “ciechi” alla randomizzazione. Inoltre,
nello studio retrospettivo sono state considerate solo reazioni
avverse correlate a tossicità già note di mitoxantrone,
con la possibilità che ne siano state scartate di potenziali
perché precedentemente non riconosciute.
Rivista: Dialogo sui farmaci - n. 1 • Gennaio-Febbraio 2003
Razionale di impiego del Mitoxantrone nella Sclerosi Multipla
Il Mitoxantrone (
Novantrone) appartiene alla famiglia dell’antracendione sviluppato per il trattamento delle neoplasie.
Il suo impiego nel trattamento della Sclerosi Multipla è in continua crescita.
Il trattamento della Sclerosi Multipla con Mitoxantrone è stato studiato a partire dalla fine degli anni 80.
Il farmaco è stato autorizzato in alcuni Paesi per il trattamento della Sclerosi Multipla progressiva secondaria, progressiva con recidive, o recidivante-remittente in peggioramento.
Non esistono evidenze di efficacia nella Sclerosi Multipla progressiva primaria o negli stati più avanzati di Sclerosi Multipla progressiva secondaria al disopra di un punteggio di 6 alla scala EDSS (Expanded Disability Status Scale).
Il Mitoxantrone ha effetti immunitari selettivi nella Sclerosi Multipla, diminuendo i livelli del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa, Tumor Necrosis Factor), di interleuchina-2 (IL-2), interleuchina-2R-beta 1 (IL-2R-beta1), interleuchina-10 (il-10) e interferone-gamma (IFN-gamma).
Gli effetti indesiderati del Mitoxantrone comprendono: nausea, alopecia, infezioni, disordini del ciclo mestruale, rischio di cardiotossicità e di neoplasie.
Sono impiegati diversi regimi terapeutici.
I due regimi più comunemente usati sono:
- Mitoxantrone 12mg/m2 per via endovenosa ogni 3 mesi per 2 anni;
- Mitoxantrone 20mg (per via endovenosa) associati a 1g di Metilprednisolone (per via endovenosa) ogni 4 settimane per 6 mesi.
La dose cumulativa nei pazienti con Sclerosi Multipla è di 140mg/m2.
Attualmente, il Mitoxantrone è impiegato come farmaco di seconda linea nei pazienti con Sclerosi Multipla per i quali la malattia non è controllata da Interferone-beta o da Glatiramer.
Edan G et al, J Neurol Sci 2004; 223: 35-39
Parametri predittivi dell’efficacia del Mitoxantrone nella Sclerosi Multipla
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che il Mitoxantrone (Novantrone) ha un effetto benefico riguardo alla progressione della malattia nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla con peggioramento del decorso.
Ricercatori francesi hanno cercato di individuare i parametri predittivi dell’efficacia del Mitoxantrone nella pratica clinica.
Sono stati studiati in modo retrospettivo 94 pazienti affetti da Sclerosi Multipla, di cui il 49% con Sclerosi Multipla recidivante-remittente, il 41% con Sclerosi Multipla progressiva secondaria ed il 10% con Sclerosi Multipla progressiva primaria.
Questi pazienti avevano ricevuto mensilmente 20mg di Mitoxantrone, per via endovenosa, ed 1g di Metilprednisolone, per via endovenosa, per 6 mesi.
Il criterio di efficacia era rappresentato dalla percentuale di pazienti con un miglioramento alla scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) di almeno 1 punto dopo interruzione del trattamento.
Durante il periodo di osservazione, superiore a 3 anni, più del 44% dei pazienti è migliorato di uno o più punti alla scala EDSS, il 39% è rimasto stabile ed il 17% è peggiorato.
L’analisi multivariata ha evidenziato che il numero di recidive in aree diverse, nei 24 mesi precedenti il trattamento, rappresentava il più forte parametro predittivo di efficacia del Mitoxantrone (p < 0.001).
Debouverie M et al, Mult Scler 2004; 10: 407-412