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CCSVI: gli ultimi risultati dimostrano nessuna associazione con la Sclerosi Multipla

Cos’è la CCSVI?

Nel 2009, il Dr.Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell’università di Ferrara ha presentato l'ipotesi che la CCSVI, sigla inglese per Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale, un'anomalia nel drenaggio del sangue dal cervello e dal midollo spinale, possa contribuire ai danni al sistema nervoso nella SM. Ha inoltre pubblicato i risultati di uno studio che dimostrava che la CCSVI era presente in tutte le persone con SM che ha esaminato.

Per indagare rapidamente questa potenziale ipotesi, la National MS Society e la MS Society del Canada hanno collaborato per finanziare sette progetti di ricerca, per un totale di 2,4 milioni di dollari, a centri di ricerca negli Stati Uniti e in Canada focalizzati a trovare un legame tra drenaggio venoso e MS .

Conseguentemente alla pubblicazione dei risultati della ricerca del Dr. Zamboni, sono stati condotti ulteriori studi in tutto il mondo, che hanno portato a conclusioni contrastanti. Alcuni ricercatori hanno dimostrato un'associazione tra anomalie delle vene e SM, mentre altri non hanno trovato alcuna relazione.

I più recenti e approfonditi studi non mostrano un'associazione tra CCSVI e SM.

Un crescente numero di evidenze sulla presenza della CCSVI sia tra le persone con la SM sia le persone che non hanno la SM suggeriscono che la CCSVI non è collegata con la SM.
I ricercatori suggeriscono che le discrepanze nei risultati possono essere attribuite a incongruenze nelle tecniche di imaging, nella formazione del personale, nell'interpretazione dei risultati, e anche sdallo stato di idratazione delle persone che eseguono l’esame.
Alcuni studi mettono in discussione anche la validità dei criteri diagnostici proposti per CCSVI

La FDA ha emesso una comunicazione di sicurezza sulle procedure per il trattamento della CCSVI.

Il trattamento proposto per CCSVI, talvolta nominato come "trattamento di liberazione", è una procedura di angioplastica, che comporta l'apertura delle vene bloccate o ristrette gonfiando un palloncino o l'inserimento di uno stent per consentire il flusso di sangue e migliorare il drenaggio del sangue dal cervello . Nel maggio 2012, la FDA ha emesso una comunicazione di sicurezza sulle procedure per il trattamento della CCSVI nelle persone con SM.

Potenzialmente tutte le terapie modificanti la malattia, approvati dalla FDA, hanno i propri profili di rischio/beneficio. La differenza sta in quello che hanno mostrato queste terapie negli studi clinici controllati, su larga scala, nel ridurre significativamente l'attività di malattia in alcuni individui.

Un trial clinico è in corso in Canada

Uno studio clinico CCSVI canadese sulla procedura di angioplastica nelle persone con la SM è in fase di ultimazione. La National MS Society continuerà a monitorare e a riferire i progressi della sperimentazione clinica canadese sulla CCSVI, che si prevede produca i primi risultati entro il 2017.

Leggi i risultati di studi di 7 ricerca finanziati dalla National MS Society e la MS Society of Canada

Per saperne di più sulla ricerca sulla CCSVI nella SM del sito web della MS Society del Canada

Leggi un articolo su recenti notizie false relative alla CCSVI su Snopes.com

La National MS Society continua a investire nella ricerca relativa alla circolazione sanguigna nel cervello e ai cambiamenti vascolari che possono verificarsi nella SM

Ecco alcuni esempi di progetti recentemente finanziati:

• Osservando che lesioni della SM nel cervello possono cambiare il flusso di sangue, i ricercatori dell'Università del Texas, a Dallas, guidati dallo psicologo Bart Rypma, hanno ricevuto finanziamenti per studiare i meccanismi biologici nel cervello che possono essere alla base della cosiddetta "nebbia del cervello" come percorso verso la ricerca di soluzioni ai problemi cognitivi nella Sclerosi Multipla. Il team sta indagando se i cambiamenti del flusso sanguigno limitano la disponibilità di ossigeno per le cellule cerebrali, con conseguente rallentamento cognitivo. Stanno usando le tecniche di risonanza magnetica avanzate e test psicologici, misurando i livelli ematici di ossigeno, la circolazione sanguigna cerebrale e altri fattori per valutare le possibili concause di ogni sistema sul rallentamento cognitivo correlato alla SM. Questo progetto produrrà nuove scoperte sui meccanismi che possono essere responsabili del rallentamento cognitivo nella SM e guidare la ricerca di soluzioni ai problemi cognitivi.

• Ricercatori dell'Università di Miami guidati da Hong Jiang, stanno studiando i vasi sanguigni nella parte posteriore dell'occhio delle persone con SM come una finestra per capire meglio i danni al sistema nervoso e la progressione della SM, perché la posizione di capillari del cervello rende difficile vederli e valutarli direttamente. La parte posteriore dell'occhio (retina) ha un sistema vascolare e poiché è un'estensione del sistema circolatorio del cervello, può rivelarsi un modo ideale per studiare la circolazione del sangue nel cervello. Il gruppo sta utilizzando dispositivi avanzati di imaging per studiare le anomalie dei microvasi e danni neuronali nelle retine di persone con tutti i tipi di SM e persone senza SM. Il team determinerà se le anomalie precedono o contribuiscono ai danni neuronali correlati alla SM. Questa ricerca può aumentare la comprensione della progressione e dei sottostanti meccanismi di danno neuronale della SM e potrebbe preparare il terreno per terapie più efficaci e benefiche.

Fonte: National MS Society

News

Una cura per qualcosa che non hai

Ipotesi ampliamente confutate dal 2009 relative ad un nuovo approccio per la Sclerosi Multipla sono stati ingannevolmente presentati come novità del 2016.



Fonte: Il 15 aprile 2016, un sito web anonimo chiamato USA Daily Records ha sostenuto che un medico italiano ha scoperto una "cura sorprendentemente semplice" per la Sclerosi Multipla, una malattia neurodegenerativa progressiva:
Un medico italiano ha ottenuto risultati notevoli con un nuovo tipo di trattamento per la Sclerosi Multipla (SM), che colpisce fino a 2,5 milioni di persone in tutto il mondo.

In uno studio iniziale, il dottor Paolo Zamboni ha selezionato 65 pazienti con Sclerosi Multipla Recidivante Remittente, ha eseguito una semplice operazione per sbloccare il flusso sanguigno dal cervello, rallentato da restringimenti venosi e due anni dopo l'intervento chirurgico, il 73% dei pazienti non avevano alcun sintomo.
La teoria del dottor Zamboni potrebbe trasformare l'attuale comprensione della Sclerosi Multipla nei suoi capisaldi, e offrire a molti malati una cura completa.

La promettente scoperta del Dr. Zamboni ancora deve essere accettata dalla comunità medica, che è tradizionalmente lenta ad accettare idee rivoluzionarie. Comunque, nonostante la maggior parte concordi sul fatto che ulteriori studi debbano essere intrapresi prima che sia possibile considerarla una cura per la Sclerosi Multipla, i risultati finora sono stati molto positivi.

Naturalmente, nei gruppi di supporto per malati di Sclerosi Multipla, ha avuto molta risonanza la notizia che una semplice operazione potrebbe guarire i pazienti da ciò che hanno sempre considerato una malattia incurabile e ulteriori studi sono in corso da parte dei ricercatori di tutto il mondo nella speranza di confermare il legame tra CCSVI e MS, e aprire le porte affinché il trattamento diventi disponibile per i malati in tutto il mondo.

L'affermazione non è venuta da una prestigiosa rivista medica o da pubblicazioni su base scientifica, ma piuttosto da un nuovo sito web sconosciuto registrato nel mese di febbraio 2016.
La fotografia dell’articolo (ampiamente ripresa sui social media) mostrava un team di medici fotografato mentre, con soddisfazione, celebrava la svolta, ma in realtà, si trattava di una immagine free del 21 ottobre 2014, presa dal sito “Getty Images”, che ritraeva la conferenza stampa dei medici spagnoli dell’Ospedale di Madrid, che hanno trattato e guarito l’infermiera Teresa Romero infettata dal virus Ebola in Africa.

L'ipotesi di Zamboni era in realtà nuova nel 2009, ovvero più di sei anni prima della sua ricomparsa nel mese di aprile 2016. Un articolo dell’ottobre 2012 sul New York Times Magazine riportava che il trattamento, al momento sembrava promettente:
In poco tempo Adam Gottschalk , un malato di SM, navigando un giorno su Facebook, (poco dopo un trattamento sperimentale col Tysabri), ha appreso, con sorpresa, che un chirurgo vascolare italiano di nome Paolo Zamboni aveva ipotizzato che la vera causa della SM sia un qualcosa chiamato insufficienza venosa cronica cerebrospinale o CCSVI.

Per decenni, i medici sono stati certi che, nella Sclerosi Multipla, il sistema immunitario attacca il cervello, anche se non sono note le cause.
Zamboni ha sostenuto, invece, che i restringimenti delle vene impediscono il drenaggio del sangue dalla testa, causando ristagni di ferro nel cervello e danneggiando i nervi che inviano i messaggi al corpo.
Il primo studio di Zamboni, pubblicato nel 2009 su una piccola rivista neurologica, ha affermato di aver trovato la CCSVI nel 100% dei malati di Sclerosi Multipla in ogni stadio della malattia, e ha sviluppato una procedura chirurgica per il trattamento: aprendo le vene che portano il sangue dalla testa al fine di ripristinare il normale flusso sanguigno. Ciò avverrebbe gonfiando un palloncino all'interno della vena per allargarne il lume, e in rari casi collocando un dispositivo (stent) per tenerlo aperto (come comunemente è eseguita nelle arterie di pazienti con patologie cardiache).

Il trattamento sperimentale tuttavia, non regge.
Nel mese di ottobre del 2013, la teoria di Zamboni è stata descritta come definitivamente confutata dopo la conclusione di uno studio rigoroso, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista medica The Lancet. Dal momento della pubblicazione dello studio, i nuovi risultati hanno suonato come una "campana a morto" per la teoria di Zamboni.
Un restringimento delle vene del cervello è improbabile come causa della Sclerosi Multipla, dicono i ricercatori della British Colombia University e di Saskatchewan che hanno trovato il restringimento un riscontro comune e normale nella maggior parte delle persone.

L’italiano Paolo Zamboni ha fatto notizia in Canada, quattro anni fa, per la sua convinzione che la compensazione vene del collo ostruite o ristrette avrebbero potuto alleviare i sintomi della SM.
Ha dichiarato il dottor Anthony Traboulsee della University of British Columbia che, da allora, probabilmente sono più di 3.000 i canadesi andati fuori dal paese per il trattamento di dilatazione.

In una edizione online del The Lancet, Traboulsee e i suoi collaboratori hanno pubblicato i loro risultati sulla prevalenza del restringimento venoso, noto come insufficienza venosa cronica cerebrospinale o CCSVI, nelle persone con SM, nei loro fratelli e nei controlli sani non imparentati Quando i ricercatori hanno usato l’imaging a ultrasuoni per cercare la CCSVI, hanno trovato il restringimento in più del 50% di tutti e tre i gruppi.
Gli autori dello studio hanno concluso che l'ipotesi, che il restringimento delle vene abbia un ruolo nelle cause della Sclerosi Multipla, è improbabile dato che la sua prevalenza è simile in tutti e tre i gruppi.
Il Dr. Paul Friedemann del Dipartimento di Neurologia presso la Charité University di Berlino e il Dr. Mike Wattjes del SM Center di Amsterdam hanno detto in un commento ufficiale che accompagna la ricerca che lo studio è stato rigoroso e ben bilanciato.


Fonte
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Aggiornamento sezione dedicata alla CCSVI (Dic 2016)

Statistica e rappresentazioni grafiche delle correlazioni tra anzianità di malattia, terapie, riacutizzazioni e EDSS

22/05/09 News: Cannabis: Nuovo studio della Fondazione Santa Lucia in collaborazione con l’Università di Teramo

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