BETAFERON
Riassunto
delle Caratteristiche del Prodotto
01.0 DENOMINAZIONE
DEL MEDICINALE
Betaferon 250 microgrammi/ml, polvere e solvente per soluzione iniettabile.
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA
E QUANTITATIVA
Interferone
beta-1b* ricombinante 250 microgrammi (8,0 milioni di
UI) per ml di soluzione ricostituita. Betaferon
contiene 300 microgrammi (9,6 milioni di UI)
di interferone beta-1b ricombinante per flaconcino. Per l’elenco completo
degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 FORMA FARMACEUTICA
Polvere
e solvente per soluzione iniettabile.
Polvere sterile di colore da bianco a biancastro.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
pazienti che abbiano
manifestato Betaferon è indicato per il trattamento
di un singolo evento demielinizzante
con un processo infiammatorio attivo abbastanza grave da giustificare
il trattamento con corticosteroidi per via
endovenosa, per i quali siano state escluse altre diagnosi, e che
siano considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una Sclerosi Multipla pazienti con Sclerosi Multipla
clinicamente definita (vedere paragrafo
5.1). recidivante-remittente
caratterizzata da due o più recidive nell’arco degli pazienti con Sclerosi Multipla secondaria progressiva
conultimi
due anni. malattia
in fase attiva, evidenziata da recidive
04.2 Posologia
e modo di somministrazione
La
terapia con Betaferon va iniziata sotto la Pazientisupervisione di un medico esperto nel
trattamento della malattia. adulti (età ≥ 18 anni) La dose raccomandata di Betaferon è di 250 microgrammi (8,0 milioni di UI), contenuti
in 1 ml di soluzione ricostituita (vedere paragrafo 6.6), da iniettare
sottocute a giorni alterni. In generale si raccomanda la titolazione
della dose all’inizio del trattamento. Si consiglia di cominciare con
62,5 microgrammi (0,25 ml) per via sottocutanea a giorni alterni e di
aumentare lentamente la dose fino a raggiungere 250 microgrammi (1,0
ml) a giorni alterni (vedere Tabella A).
Il periodo di titolazione può essere modificato in caso di comparsa
di una qualsiasi * Prodotto per ingegneria genetica da un ceppo di
Escherichia coli. 2 reazione avversa significativa.
Per ottenere una buona efficacia è opportuno
arrivare ad una dose di 250 microgrammi (1,0 ml) a giorni alterni. Tabella
A: Schema di titolazione* * Il periodo di titolazione può essere modificato
in caso di comparsa di una qualsiasi reazione avversa significativa.
La dose ottimale non è stata chiaramente definita.
Attualmente non è noto per quanto tempo il paziente debba essere
trattato.
Sono disponibili dati di follow-up raccolti
nell’ambito di studi clinici controllati fino a 5 anni per pazienti
affetti da Sclerosi Multipla recidivante-remittente
e fino a 3 anni per pazienti affetti da Sclerosi Multipla secondaria
progressiva.
Nella Sclerosi Multipla recidivante-remittente
è stata dimostrata l’efficacia del trattamento per i primi due anni.
I dati disponibili per i restanti tre anni supportano l’efficacia del
trattamento con Betaferon per l’intero periodo.
Nei pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo
di Sclerosi Multipla, l’efficacia è stata dimostrata per un periodo
di due anni. Il trattamento non è consigliato nei pazienti affetti da
Sclerosi Multipla recidivante-remittente che abbiano avuto
meno di due recidive nei 2 anni precedenti o nei pazienti con sclerosi
multipla secondaria progressiva che non hanno presentato una forma attiva
della malattia nei 2 anni precedenti. Se il paziente non risponde, per
esempio si riscontri una progressione costante nella
EDSS per 6 mesi, o sia necessaria la somministrazione per almeno
3 cicli di ACTH o di corticosteroidi nel corso di un anno malgrado la terapia con
Betaferon, il trattamento con Bambini e adolescenti (etàBetaferon deve essere interrotto. < 18 anni) L’uso di Betaferon
non è raccomandato nei bambini al di sotto di
18 anni di età a causa dell'insufficienza di dati sulla sicurezza e
l’efficacia.
04.3 Controindicazioni
−
Inizio del trattamento in gravidanza (vedere paragrafo 4.6 gravidanza
e allattamento).
− Pazienti con pregressa storia di ipersensibilità
all’interferone beta naturale o ricombinante, all’albumina umana o ad
uno qualsiasi degli eccipienti. − Pazienti che presentano una
grave depressione e/o ideazione suicida (vedere
paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego, e paragrafo
4.8 Effetti indesiderati). − Pazienti con scompenso epatico (vedere
paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).
04.4 Speciali avvertenze
e precauzioni per l'uso
Alterazioni
del sistema immunitario La somministrazione di citochine
a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata associata con lo sviluppo della sindrome
da alterata permeabilità capillare sistemica, con sintomatologia shock-simile
ed esito fatale. Alterazioni dell’apparato gastrointestinale In rari
casi è stata osservata pancreatite
durante l’uso di Betaferon, spesso associata
a ipertrigliceridemia. 3 Alterazioni del sistema nervoso Betaferon deve essere somministrato
con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno presentato disturbi
depressivi, in particolare in quelli con precedenti di ideazione suicida
(vedere paragrafo 4.3). E’ noto che la depressione e l’ideazione suicida
si manifestano più frequentemente nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla
e in associazione all’uso di interferone.
I pazienti in trattamento con Betaferon devono
segnalare immediatamente qualsiasi sintomo di depressione e/o ideazione suicida al medico.
I pazienti che manifestino depressione devono
essere strettamente monitorati durante la terapia con Betaferon
e trattati adeguatamente.
Deve essere considerata la sospensione del trattamento con Betaferon
(vedere anche paragrafi 4.3 e 4.8). Betaferon
deve essere somministrato con cautela nei pazienti con pregressa storia
di convulsioni e in quelli trattati con anti-epilettici, in modo particolare
se l’epilessia non è adeguatamente controllata con anti-epilettici (vedere
paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8). Poiché
questo prodotto contiene albumina umana può comportare un rischio potenziale
di trasmissione di malattie virali.
Il rischio di trasmissione della malattia di
Creutzfeld-Jacob (CJD) non può essere escluso. Test di laboratorio
Nei pazienti con pregressa storia di disfunzione tiroidea sono raccomandati test di funzionalità tiroidea o secondo indicazione
clinica. Prima di iniziare il trattamento con Betaferon
e ad intervalli regolari in corso di terapia, oltre ai test di laboratorio
normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con Sclerosi Multipla
devono essere effettuati una conta completa
delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria differenziale, una
conta delle piastrine ed esami chimici del sangue, tra cui i test di
funzionalità epatica (ad es.
AST -GT), da ripetere poi periodicamente in assenza di sintomiã(SGOT), ALT (SGPT) e clinici. I pazienti con anemia, trombocitopenia o leucopenia (da
sole o in qualsiasi combinazione) possono richiedere un monitoraggio
più accurato della conta completa delle cellule ematiche, associata
a conta differenziale e piastrinica.
I soggetti che vanno incontro a neutropenia
dovranno essere accuratamente monitorati per la possibile insorgenza
di febbre o di infezioni.
Si sono avute segnalazioni di trombocitopenia
con notevole diminuzione della conta piastrinica.
Alterazioni del sistema epatobiliare Aumenti asintomatici
delle transaminasi sieriche,
nella maggior parte dei casi leggere e transitorie,
si sono verificati comunemente in pazienti trattati con Betaferon
durante gli studi clinici.
Come per gli altri interferoni beta, lesioni epatiche gravi, inclusi
i casi di insufficienza epatica, sono stati riportati raramente nei
pazienti che assumono Betaferon.
Gli eventi più gravi si sono presentati spesso in pazienti esposti ad
altri farmaci o sostanze note per essere associate con epatotossicità
o in presenza di condizione medica di comorbidità
(per esempio malattia maligna metastatica,
infezione grave e sepsi, abuso di alcool). I pazienti devono essere
controllati per i sintomi della lesione epatica.
Il riscontro di un innalzamento delle transaminasi
sieriche richiede attenta sorveglianza ed analisi.
Si raccomanda di prendere in considerazione la sospensione del trattamento
con Betaferon in caso di incremento significativo
dei livelli o di presenza contemporanea di sintomi clinici, come ad
esempio l’ittero.
In assenza di evidenza clinica di un danno
epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, si
può considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato
monitoraggio delle funzioni epatiche. Alterazioni renali e delle vie
urinarie 4 Si raccomanda di usare cautela e di monitorare attentamente i
pazienti con grave insufficienza renale qualora venga loro somministrato
interferone beta. Alterazioni cardiache Deve
essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da preesistenti
alterazioni cardiache. I pazienti con significativi
disturbi cardiaci preesistenti, ad esempio insufficienza cardiaca congestizia,
malattia coronarica o aritmia, devono essere
monitorati per il possibile peggioramento delle condizioni cardiache,
in particolare all’inizio del trattamento con Betaferon.
Mentre Betaferon non presenta nessuna tossicità
cardiaca nota ad azione diretta, i sintomi della sindrome simil-influenzale
associati agli interferoni beta possono rivelarsi stressanti per pazienti
affetti da significativa malattia cardiaca
preesistente.
Durante il periodo successivo all’immissione in commercio molto raramente
è stato riferito un peggioramento delle condizioni cardiache in soggetti
con significativa malattia cardiaca preesistente, temporaneamente
associato all’inizio della terapia con Betaferon.
Sono stati riferiti rari casi di cardiomiopatia.
Se ciò dovesse verificarsi e fosse sospettata
una correlazione con Betaferon, il trattamento
deve essere interrotto. Disordini generali e alterazioni del sito di
somministrazione Si possono riscontrare reazioni serie di
ipersensibilità (rare reazioni acute gravi come broncospasmo,
anafilassi e orticaria).
In presenza di reazioni gravi, Betaferon deve
essere sospeso e va istituito un intervento medico appropriato. Nei
pazienti in trattamento con Betaferon (vedere
paragrafo 4.8), è stata riferita la comparsa di necrosi nella sede di
iniezione.
Questa può essere estesa e può interessare
lo strato muscolare così come lo strato adiposo causando quindi la formazione
di cicatrici.
Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento e, meno frequentemente,
un innesto cutaneo e la guarigione può richiedere
fino a 6 mesi. Si debbono avvertire i pazienti
di consultare il proprio medico prima di continuare il trattamento con
Betaferon qualora notino fissurazioni
cutanee che possono essere associate con gonfiore o fuoriuscita di liquido
dalla sede di iniezione. Nei pazienti con lesioni multiple Betaferon
deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta.
I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con
Betaferon a condizione che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato
la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in
trattamento con Betaferon. Per ridurre al
minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione
è necessario informare il paziente di: – adottare tecniche di iniezione
in asepsi – alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione.
L’incidenza delle reazioni nella sede d’iniezione può essere ridotta
con un autoiniettore.
Nello studio pilota con pazienti che abbiano manifestato un singolo
evento clinico indicativo di Sclerosi Multipla, è stato usato un autoiniettore
nella maggior parte dei casi.
Le reazioni e le necrosi nel sito d’iniezione sono state osservate con
minore frequenza in questo studio che negli altri studi
pilota. Le procedure di autoiniezione
devono essere riverificate periodicamente specialmente nel caso in cui
si siano verificate reazioni nella sede d’iniezione. Immunogenicità
5 Come per tutte le proteine per uso terapeutico, è presente un potenziale
di immunogenicità.
In studi clinici controllati, sono stati raccolti campioni di siero
ogni tre mesi per monitorare lo sviluppo di anticorpi
al Betaferon. Nei differenti studi clinici controllati il 23%
- 41% dei pazienti ha sviluppato un’attività sierica
neutralizzante per l’interferone beta-1b confermata da almeno due titolazioni
positive consecutive; di tali pazienti il 43% - 55% è passato
a uno stato negativo stabile degli anticorpi (basato su due titolazioni
negative consecutive) durante il successivo periodo di osservazione
del rispettivo studio. Lo sviluppo di attività
neutralizzante è associato ad una riduzione dell’efficacia clinica solo
per quanto riguarda l’insorgenza di recidive.
Alcune analisi suggeriscono che questa riduzione di
efficacia possa essere maggiore nei pazienti con alti livelli
di attività neutralizzante. Nello studio condotto con pazienti che abbiano
manifestato un singolo evento clinico indicativo di una Sclerosi Multipla,
l’attività neutralizzante misurata ogni 6 mesi è stata osservata nell’ambito
delle rispettive visite mediche in una percentuale di pazienti trattati
con Betaferon compresa tra il 16,5 e il 25,2%.
L’attività neutralizzante è stata riscontrata almeno una volta nel 30%
(75) dei pazienti trattati con Betaferon;
di questi, il 23% (17) è risultato negativo
prima del termine dello studio.
Nel corso dei due anni di conduzione dello studio, lo sviluppo di un’attività
neutralizzante non era associato alla riduzione dell’efficacia clinica
(riguardo al tempo di sviluppo di Sclerosi Multipla clinicamente definita
(CDMS). Nuovi eventi avversi non sono stati associati allo sviluppo
dell’attività neutralizzante. E’ stato dimostrato in vitro che Betaferon ha una reazione
crociata con l’interferone beta naturale.
Tuttavia, ciò non è stato indagato in vivo e il suo significato clinico
è incerto. Ci sono pochi e incoerenti dati su pazienti che hanno sviluppato
attività neutralizzante e che hanno completato il trattamento con Betaferon. La decisione se proseguire o
meno il trattamento deve essere basata sull’andamento clinico
della malattia piuttosto che sulla positività agli anticorpi neutralizzanti.
04.5 Interazioni
Non
sono stati effettuati studi di interazione.
L’effetto della somministrazione a giorni alterni di 250 microgrammi
(8,0 milioni di UI) di Betaferon sul metabolismo
di farmaci in pazienti con Sclerosi Multipla non è noto.
La somministrazione, per periodi fino a 28 giorni, di corticosteroidi
o di ACTH per la terapia delle recidive è risultata
ben tollerata dai soggetti in trattamento con Betaferon.
Data la mancanza di esperienza clinica, nei
pazienti con Sclerosi Multipla l’uso concomitante di Betaferon
e di immunomodulatori diversi dai corticosteroidi
o dall’ACTH è sconsigliato. E’ stato segnalato che gli interferoni riducono
l’attività degli enzimi epatici dipendenti dal citocromo P450 nell’uomo
e negli animali.
E’ necessario essere prudenti nei casi in cui Betaferon
venga somministrato in associ?????O?azione
a farmaci che presentano un ristretto indice terapeutico e la cui clearance
è largamente dipendente dal sistema del citocromo P450 epatico, ad esempio
gli antiepilettici.
Ulteriore cautela deve essere adottata in caso
di associazione con farmaci che abbiano effetti sul sistema ematopoietico.
Non sono stati condotti studi d’interazione con antiepilettici.
04.6 Gravidanza
e allattamento
Gravidanza 6 Le informazioni relative all’uso di Betaferon in
gravidanza sono limitate.
I dati disponibili indicano che può esserci un rischio maggiore di aborto spontaneo.
L’inizio del trattamento durante la gravidanza Donne in età fertile Le donne in età
è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi.
Se la paziente rimane incinta o programma di avviare una gravidanza
nel periodo in cui sta utilizzando Betaferon,
deve essere informata sui rischi potenziali e deve essere considerata
la sospensione della terapia (vedere paragrafo 5.3). In pazienti con
un alto grado di recidive prima dell’inizio del trattamento, deve essere
valutato il rischio di una recidiva grave in seguito alla sospensione
di Betaferon in caso di gravidanza rispetto al possibile maggior
rischio di aborto spontaneo. Allattamento Non è noto se l’interferone beta-1b
venga escreto nel latte materno.
A causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi nel lattante,
occorre decidere se sospendere l’allattamento o il trattamento con Betaferon .
04.7 Effetti sulla capacità
di guidare veicoli e sull'uso di macchine
Non
sono stati effettuati studi circa gli effetti
sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Eventi avversi a livello del sistema nervoso centrale associati all’uso
di Betaferon potrebbero influenzare, in pazienti sensibili, la
capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
a)
All’inizio del trattamento le
reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste
diminuiscono con la prosecuzione del trattamento.
Le reazioni avverse osservate con maggiore frequenza comprendono
un complesso sintomatologico simil-influenzale
(febbre, brividi, artralgia, malessere generale, sudorazione,
cefalea o mialgia) e reazioni a
livello della sede d’iniezione,
principalmente dovuti agli effetti farmacologici
del medicinale.
Dopo somministrazione di Betaferon
si sono verificate frequentemente
reazioni nella sede di iniezione.
Eritema, gonfiore, alterazioni del
colorito della cute, infiammazione,
dolore, ipersensibilità, necrosi e
reazioni aspecifiche sono state associate
significativamente al trattamento con 250 microgrammi
(8 milioni di UI) di Betaferon.In linea generale,
si raccomanda una titolazione della dose all’inizio
del trattamento al fine di aumentare la tollerabilità del Betaferon (vedere paragrafo 4-2).
I sintomi simil-influenzali possono
essere ridotti anche con la somministrazione di farmaci antinfiammatori
non steroidei.
L’incidenza delle reazioni nel sito d’iniezione può essere ridotta con
l’uso di un autoiniettore.) Il
seguente elenco di eventi avversi si basa sui risultati degli studi
clinici (tabella 1, eventi avversi e anomalie
degli esami di laboratorio) e sull’osservazione post-marketing (tabella
2, valori basati sulle segnalazioni spontanee di reazioni avverse classificate
come molto comuni ≥1/10, comuni ≥ 1/100 - < 1/10, non
comuni ≥ 1/1-000 - < 1/100, rare ≥ 1/10-000 - < 1/1-000,
molto rare < 1/10-000) dell’uso di Betaferon.
L’esperienza con Betaferon in pazienti con
SM è limitata, quindi gli eventi avversi che
si verificano molto raramente possono
non essere stati ancora osservati.Tabella
1 (eventi avversi e anomalie degli esami di laboratorio con valori di
frequenza ≥ 10% e le rispettive percentuali inferiori al placebo;
effetti indesiderati associati in maniera significativa
<10%).
7
Classificazione sistemica organica Evento
avversoeanomalie degli esami di laboratorio |
Singolo evento indicativo di Sclerosi Multipla(BENEFIT) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(StudioEuropeo) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(Studio
NordAmericano) |
Sclerosi Multipla Recidivante- Remittente |
|
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n="2"92 (n=176) |
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n="3"60 (n="3"58) |
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n="3"17(n="3"08) |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n=124 (n=123) |
Infezioni e infestazioni |
Infezione |
6% (3%) |
13% (11%) |
11% (10%) |
14% (13%) |
Ascesso |
0% (1%) |
4% (2 %) |
4% (5%) |
1 % (6 %) |
Alterazioni del sangue e sistema
linfatico |
Diminuzione conta linfocitaria (<1500/mm3)x
|
79% (45%) |
53% (28%) |
88% (68%) |
82 % (67 %) |
Diminuzione conta assoluta neutrofili.(<1500/mm3)
|
11% (2%) |
18% (5%) |
4% (10%) |
18 % (5 %) |
Diminuzione conta leucocitaria (<3000/mm3) |
11% (2%) |
13% (4%) |
13% (4%) |
16 % (4) % |
Linfoadenopatia |
1% (1%) |
3% (1 %) |
11% (5%) |
14 % (11 %) |
Alterazioni del metabolismo e della
nutrizione |
Glicemia ridotta (< 55mg/dl) |
3% (5%) |
27% (27%) |
5% (3%) |
15 % (13 %) |
Disturbi psichiatrici |
|
|
|
|
Depressione |
10% (11%) |
24% (31%) |
44% (41%) |
25% (24%) |
Ansia |
3% (5%) |
6% (5 %) |
10% (11%) |
15 % (13 %) |
Alterazioni del sistema nervoso |
Cefalea |
27% (17%) |
47% (41 %) |
55% (46%) |
84 % (77 %) |
Vertigini |
3% (4%) |
14% (14 %) |
28% (26%) |
35 % (28 %) |
Insonnia |
8% (4%) |
12% (8 %) |
26% (25%) |
31 % (33 %) |
Emicrania |
2% (2%) |
4% (3 %) |
5% (4%) |
12 % (7 %) |
Parestesia |
16% (17%) |
35% (39%) |
40% (43%) |
19% (21%) |
Disturbi oculari |
Congiuntivite |
1% (1%) |
2% (3 %) |
6% (6%) |
12 % (10 %) |
Anomalie della visione ^ |
3% (1%) |
11% (15%) |
11% (11%) |
7% (4%) |
Alterazioni dell’apparato uditivo e
vestibolare |
Otalgia |
0% (1%) |
<1% (1 %) |
6% (8%) |
16 % (15 %) |
Alterazioni cardiache |
Palpitazioni * |
1% (1%) |
2% (3 %) |
5% (2%) |
8 % (2 %) |
Alterazioni del sistema vascolare |
Vasodilatazione |
0% (0%) |
6% (4%) |
13% (8%) |
18% (17%) |
Ipertensione ° |
2% (0%) |
4% (2 %) |
9% (8%) |
7 % (2 %) |
Alterazioni dell’apparato respiratorio,
del torace e del mediastino |
Infezione delle vie respiratorie superiori |
18% (19%) |
3% (2%) |
|
|
Sinusite |
4% (6%) |
6 % (6%) |
16% (18%) |
36 % (26 %) |
Aumento della tosse |
2% (2%) |
5% (10%) |
11% (15%) |
31% (23%) |
Dispnea * |
0% (0%) |
3% (2 %) |
8% (6%) |
8 % (2 %) |
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale |
8
Classificazione sistemica organica Evento
avversoeanomalie degli esami di laboratorio |
Singolo evento indicativo di Sclerosi Multipla(BENEFIT) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(StudioEuropeo) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(Studio
NordAmericano) |
Sclerosi Multipla Recidivante- Remittente |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n="2"92 (n=176) |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n="3"60 (n="3"58) |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n="3"17(n="3"08) |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n=124 (n=123) |
Diarrea |
4% (2%) |
7% (10 %) |
21% (19%) |
35 % (29 %) |
Costipazione |
1% (1%) |
12% (12 %) |
22% (24%) |
24 % (18 %) |
Nausea |
3% (4%) |
13% (13%) |
32% (30%) |
48% (49%) |
Vomito |
5% (1%) |
4% (6 %) |
10% (12%) |
21 % (19 %) |
Dolore addominale |
5% (3%) |
11% (6 %) |
18% (16%) |
32 % (24 %) |
Alterazioni del sistema epatobiliare |
Aumento dell’alanina aminotransferasi (SGPT> 5
volte il basale) |
18% (5%) |
14% (5%) |
4% (2%) |
19 % (6 %) |
Aumento dell’aspartato aminotransferasi (SGOT> 5
volte il basale) |
6% (1%) |
4% (1%) |
2% (1%) |
4 % (0 %) |
Alterazioni della cute e del tessuto
sottocutaneo |
Disturbi della pelle |
1% (0%) |
4% (4%) |
19% (17%) |
6% (8%) |
Rash |
11% (3%) |
20% (12%) |
26% (20%) |
27% (32 %) |
Alterazione dell’apparato muscoloscheletrico
e tessuto connettivo |
Ipertonia ° |
2% (1%) |
41% (31 %) |
57% (57%) |
26 % (24 %) |
Mialgia * ° |
8% (8%) |
23% (9 %) |
19% (29%) |
44% (28 %) |
Miastenia |
2% (2%) |
39% (40 %) |
57% (60%) |
13% (10 %) |
Dolore alla schiena |
10% (7%) |
26% (24%) |
31% (32%) |
36% (37%) |
Dolori alle estremità |
6% (3%) |
14% (12 %) |
|
0 % (0 %) |
Alterazioni renali e delle vie urinarie |
?????O?
Ritenzione urinaria |
1% (1%) |
4% (6%) |
15% (13%) |
- |
Presenza di proteine nelle urine (> 1+) |
25% (26%) |
14% (11%) |
5% (5%) |
5 % (3 %) |
Frequenza della minzione |
1% (1%) |
6% (5%) |
12% (11%) |
3% (5%) |
Incontinenza urinaria |
1% (1%) |
8% (15%) |
20% (19%) |
2% (1%) |
Urgenza di minzione |
1% (1%) |
8% (7%) |
21% (17%) |
4% (2 %) |
Disordini del sistema riproduttivo
e della mammella |
Dismenorrea |
2% (0%) |
<1% (<1%) |
6% (5%) |
18% (11 %) |
Disturbi mestruali * |
1% (2%) |
9% (13%) |
10% (8%) |
17% (8 %) |
Metrorragie |
2% (0%) |
12% (6%) |
10% (10%) |
15% (8 %) |
Impotenza |
1% (0%) |
7% (4%) |
10% (11%) |
2% (1%) |
Disordini generali e alterazioni del
sito di somministrazione |
Reazione nella sede d’iniezione (di vario tipo)
|
52% (11%) |
78% (20 %) |
89% (37%) |
85% (37 %) |
Necrosi nella sede d’iniezione ° |
1% (0%) |
5% (0%) |
6% (0%) |
5% (0%) |
Sintomi simil-influenzali |
44% (18%) |
61% (40 %) |
43% (33%) |
52% (48 %) |
Febbre |
13% (5%) |
40% (13 %) |
29% (24%) |
59% (41 %) |
9
Classificazione sistemica organica Evento
avversoeanomalie degli esami di laboratorio |
Singolo evento indicativo di Sclerosi Multipla(BENEFIT) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(StudioEuropeo) |
Sclerosi Multipla Progressiva Secondaria(Studio
NordAmericano) |
Sclerosi Multipla Recidivante- Remittente |
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n="2"92 (n=176) |
Betaferon250microgrammi(Placebo)n="3"60 (n="3"58) |
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n="3"17(n="3"08) |
Betaferon 250microgrammi(Placebo)n=124 (n=123) |
Dolore |
4% (4%) |
31% (25 %) |
59% (59%) |
52 % (48 %) |
Dolore toracico ° |
1% (0%) |
5% (4%) |
15% (8%) |
15% (15%) |
Edema periferico |
0% (0%) |
7% (7%) |
21% (18%) |
7% (8%) |
Astenia* |
22% (17%) |
63% (58 %) |
64% (58%) |
49 % (35 %) |
Brividi |
5% (1%) |
23% (7 %) |
22% (12%) |
46 % (19 %) |
Sudorazione * |
2% (1%) |
6% (6%) |
10% (10%) |
23% (11 %) |
Malessere * |
0% (1%) |
8% (5 %) |
6% (2%) |
15 % (3 %) |
x Anomalia esame di laboratorio Associato in
misura significativa al trattamento con Betaferon in pazienti che
abbiano manifestatoun primo evento indicativo di SM, p < 0,05*
Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per
RRMS, p < 0.05° Associato in misura significativa al
trattamento con Betaferon per SPMS, p < 0.05§ Le reazioni del
sito d’iniezione (diverse varianti) comprendono tutte le reazioni
avverse a livello del sito d’iniezione, vale a dire: emorragie nel
sito d’iniezione, ipersensibilità nel sito d’iniezione, infiammazione
nel sito d’iniezione, ascesso a livello del sito d’iniezione, necrosi
nel sitod’iniezione, dolore nel sito d’iniezione, reazioni nel sito
d’iniezione, edema nel sito d’iniezione e atrofia nel sito d’iniezione&
Il complesso di sintomi similinfluenzali comprende una sindrome
influenzale e/o una combinazione di almeno due reazioni avverse
tra le seguenti: febbre, brividi, mialgia, malessere, sudorazione |
Viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una
determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate. Tabella
2 (valori (molto comuni ≥ 1/10, comuni ≥ 1/100 - < 1/10,
non comuni ≥ 1/1-000 - < 1/100,rari ≥ 1/10-000 - <
1/1-000, molto rari < 1/10-000) sulla base sulla segnalazione spontanea
di eventi avversi da parte del farmaco).
Classificazione sistemica organica |
Molto comuni≥ 1/10 |
Comuni da ≥ 1/100 a< 1/10 |
Non comuni da ≥ 1/1-000 a< 1/100 |
Rari da ≥ 1/10-000 a <1/1-000 |
Alterazioni del sangue e sistema linfatico |
|
|
Anemia, Trombocitopenia, Leucopenia |
Linfadenopatia |
Alterazioni del sistema immunitario |
|
|
|
Reazioni anafilattiche |
Alterazioni del sistema endocrino |
|
|
?????O?
|
Ipertiroidismo, Ipotiroidismo, Disturbi della tiroide |
10
Classificazione sistemica organica |
Molto comuni≥ 1/10 |
Comuni da ≥ 1/100 a< 1/10 |
Non comuni da ≥ 1/1-000 a< 1/100 |
Rari da ≥ 1/10-000 a <1/1-000 |
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione |
|
|
|
Aumento dei trigliceridi nel sangue Anoressia |
Disturbi psichiatrici |
|
|
Depressione(vedere anche paragrafo 4-4) |
Confusione, Ansia,Instabilità emotiva, Tentativo
di suicidio(vedere anche paragrafo 4-4) |
Alterazioni del sistema nervoso |
|
|
|
Convulsioni |
Alterazioni cardiache |
|
|
|
Cardiomiopatia, Tachicardia, Palpitazioni |
Alterazioni del sistema vascolare |
|
|
Ipertensione |
|
Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace
e del mediastino |
|
|
|
Bronco-spasmo, Dispnea |
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale |
|
|
Vomito, Nausea |
Pancreatite |
Alterazioni del sistema epatobiliare |
|
|
Aumento dell’alaninaamino-transferasi, Aumento
dell’aspartato amino-transferasi |
Aumento della bilirubinemia, Aumento della gamma-glutamil-
transferasi, Epatite |
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo |
|
|
Orticaria, Rash, Prurito, Alopecia |
Alterazione del colorito cutaneo |
Alterazioni dell’apparato muscoloscheletrico e
tessuto connettivo |
|
|
Mialgia, Ipertonia |
|
Disordini delsistema riproduttivo e della mammella |
|
|
|
Disturbi mestruali |
11
Classificazione sistemica organica |
Molto comuni≥ 1/10 |
Comuni da ≥ 1/100 a< 1/10 |
Non comuni da ≥ 1/1-000 a< 1/100 |
Rarida ≥ 1/10-000 a <1/1-000 |
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione |
Sintomi similinfluenzali*, Brividi*,Febbre *,
Reazioni nellasede d’iniezione*, Infiammazione nella sede d’iniezione*
, Dolore nella sede d’iniezione |
Necrosi nella sede d’iniezione* |
|
Dolore toracico, Malessere, Sudorazione |
Indagini diagnostiche |
|
|
|
Perdita di peso |
* frequenze basate sugli studi
clinici |
Viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una determinata
reazione, i suoi sinonimi ele patologie correlate. All’interno di ciascuna
classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine
decrescente di gravità.
04.9 Sovradosaggio
L’interferone
beta-1b è stato somministrato senza eventi avversi gravi che compromettano
le funzioni vitali a pazienti adulti portatori
di neoplasia maligna a dosi individuali fino a 5.500 microgrammi (176
milioni di UI) per via endovenosa tre volte alla settimana.
05.0 PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria
farmacoterapeutica: Citochine,
Interferoni, Codice ATC: L03 AB 08 Gli interferoni appartengono alla
famiglia delle citochine, che sono proteine
di origine naturale.
Gli interferoni hanno un peso molecolare compreso tra 15.000 e 21.000
Dalton.
Sono state identificate tre classi principali di interferoni:
alfa, beta e gamma.
L’interferone alfa, l’interferone beta e l’interferone gamma possiedono
attività biologiche sovrapponibili, ma distinte.
Le attività dell’interferone beta-1b sono specie-specifiche
e, di conseguenza, le informazioni farmacologiche
più pertinenti sull’interferone beta-1b derivano da studi su cellule
umane in coltura o da studi in vivo nell’uomo. E’ stato dimostrato che
l’interferone beta-1b possiede proprietà sia antivirali sia
immunomodulanti.
I meccanismi mediante i quali l’interferone beta-1b esercita i suoi
effetti nella Sclerosi Multipla non sono ancora
chiaramente definiti.
Comunque, è noto che le proprietà dell’interferone
beta-1b di modificare la risposta biologica sono mediate dalla sua interazione
con recettori cellulari specifici localizzati sulla superficie delle
cellule umane.
Il legame dell’interferone beta-1b con questi recettori induce l’espressione
di una serie di prodotti genici, che si ritiene siano
i mediatori delle attività biologiche dell’interferone beta-1b.
Un certo numero di questi prodotti è stato determinato nelle frazioni
sierica e cellulare del sangue prelevato da pazienti trattati
con l’interferone beta-1b.
L’interferone beta-1b da un lato riduce l’affinità di legame, dall’altro
incrementa l’internalizzazione e la degradazione
dei recettori per l’interferone gamma.
L’interferone beta-1b inoltre potenzia l’attività soppressiva
delle cellule mononucleate del sangue periferico.
12 Non sono stati effettuati studi specifici
riguardo all’influenza di Betaferon sui sistemi
cardiovascolare e respiratorio e sulla funzionalità degli organi endocrini.
Studi clinici: Sclerosi multipla recidivante remittente:
E’ stato condotto uno studio clinico controllato sull’uso di Betaferon in pazienti con Sclerosi Multipla recidivante remittente e autonomia deambulatoria
(EDSS basale da 0 a 5,5).
I pazienti trattati con Betaferon hanno presentato
una riduzione della frequenza (30%) e della gravità delle recidive cliniche
nonché del numero di ricoveri legati alla malattia.
Inoltre vi era un prolungamento dell’intervallo libero da recidive.
Non vi è alcuna prova di un effetto del Betaferon
sulla durata delle esacerbazioni o sui sintomi
presenti nell’intervallo tra le esacerbazioni e non è stato osservato
alcun effetto sulla progressione della malattia nella Sclerosi Multipla
recidivante-remittente. Sclerosi multipla secondaria progressiva:
Sono stati condotti due studi clinici controllati con Betaferon su 1.657 pazienti con Sclerosi Multipla secondaria
progressiva (EDSS basale da 3 a 6,5, ovvero
pazienti con autonomia deambulatoria).
I pazienti con una forma leggera della malattia e pazienti incapaci
di camminare non sono stati esaminati.
I due studi hanno dimostrato risultati incoerenti per quanto riguarda
il tempo finale intercorrente ad una progressione confermata, a rappresentazione
di un ritardo della progressione della disabilità.
Uno di questi due studi ha dimostrato per i pazienti trattati con Betaferon un ritardo statisticamente significativo
nel tempo della progressione della disabilità
(Hazard Ratio = 0,69, CI 95% (0,55, 0,86), p= 0,0010 corrispondente ad una diminuzione del rischio pari
al 31% attribuibile a Betaferon) e nel tempo
necessario a divenire dipendenti dalla sedia a rotelle (Hazard
Ratio = 0,61, CI 95% (0,44, 0,85), p= 0,0036
corrispondente ad una diminuzione del rischio pari al 39% attribuibile
a Betaferon).
Tale effetto è continuato durante il periodo di osservazione fino a
33 mesi.
L’effetto del trattamento è stato riscontrato nei pazienti a tutti i
livelli di disabilità monitorati e indipendentemente
dall’attività delle recidive. Nel secondo studio con Betaferon
in pazienti con Sclerosi Multipla secondaria progressiva non è stato
osservato alcun ritardo nel tempo di progressione della disabilità.
Esiste prova che i pazienti compresi in tale studio presentavano una
malattia complessivamente meno attiva rispetto ai pazienti dell’altro
studio sulla Sclerosi Multipla secondaria progressiva. In
meta-analisi retrospettive che comprendevano i dati di entrambi
gli studi, è stato osservato un effetto complessivo del trattamento
che era statisticamente significativo (p=0,0076; 8 milioni di UI di
Betaferon contro tutti i pazienti trattati
con placebo). Delle analisi retrospettive per sottogruppi hanno evidenziato
che un effetto del trattamento sulla progressione della disabilità
è più probabile nei soggetti che presentano la malattia in forma attiva
prima di intraprendere il trattamento (Hazard Ratio 0,72, CI 95% (0,59, 0,88), p=0,0011) corrispondente
ad una riduzione del rischio pari al 28% attribuibile a Betaferon nei pazienti con recidive o con una progressione
EDSS pronunciata, 8 milioni di UI di Betaferon contro tutti i pazienti trattati con placebo).
Da tali analisi retrospettive per sottogruppi non è risultata alcuna
evidenza che suggerisse che le recidive, così come una progressione
EDSS pronunciata (EDSS >1 punto o > 0,5 punto per EDSS >="6"
nei due anni precedenti) possano aiutare ad identificare i pazienti
con la malattia in forma attiva. In entrambi gli studi, i pazienti affetti
da Sclerosi Multipla secondaria progressiva trattati con Betaferon
hanno presentato una riduzione della frequenza (30%) delle recidive
cliniche.
Non vi è prova di un possibile effetto di Betaferon
sulla durata delle esacerbazioni. Singolo evento demielinizzante
indicativo di Sclerosi Multipla: Uno studio clinico controllato è stato
condotto con Betaferon in pazienti che avessero manifestato un singolo evento clinico con referto
RM indicativo di Sclerosi Multipla (almeno due lesioni clinicamente
13 silenti nella RM pesata in T2).
Sono stati inclusi pazienti con inizio della malattia monofocale
o multifocale (vale a dire pazienti con evidenza
clinica di una lesione singola o almeno di due lesioni, rispettivamente,
del sistema nervoso centrale).
è stato necessario escludere eventuali altre patologie, diverse dalla
Sclerosi Multipla, che potessero spiegare meglio i segni e i sintomi
del paziente. Con Betaferon è stato osservato un ritardo statisticamente altamente significativo e clinicamente imponente della progressione
dal primo evento clinico alla Sclerosi Multipla clinicamente definita
(CDMS), corrispondente ad una riduzione del rischio del 47% (Hazard Ratio 0,53, CI 95% (0,39, 0,73), p<0,0001).
Nell’ambito dei due anni di studio, la
CDMS è stata osservata nel 45% dei pazienti assegnati
al gruppo placebo, contro il 28% dei pazienti assegnati al gruppo Betaferon (stima di Kaplan-Meier).
Con Betaferon il tempo intercorso fino allo
sviluppo della CDMS era aumentato di 363 giorni: dai 255 giorni del
gruppo trattato con placebo ai 618 giorni del gruppo trattato con Betaferon
(basato sul 25° percentile). L’effetto imponente
del trattamento è stato dimostrato anche dal ritardo della progressione
verso la Sclerosi Multipla secondo i criteri di McDonald.
In due anni, il rischio nel gruppo trattato con placebo era 85% e in
quello trattato con Betaferon 69%
(Hazard Ratio 0,57, CI 95% (0,46, 0,71), p<0,00001).
L’analisi dei sottogruppi secondo i fattori basali ha dimostrato un’efficacia
sostanziale in tutti i sottogruppi studiati.
Sono stati ottenuti effetti particolarmente significativi
nei pazienti con malattia meno disseminata e meno attiva al momento
del primo evento, in due anni il rischio di progressione a CDMS nei
pazienti con inizio monofocale era del 47% per quelli trattati con placebo e del
24% per quelli trattati con Betaferon, senza
intensificazione con gadolinio (Gd) 41% e
20%, con meno di 9 lesioni T2 39% e 18%.
Altre analisi di sottogruppi hanno indicato un alto rischio di progressione
verso la CDMS
entro 2 anni nei pazienti con manifestazioni monofocali
e almeno 9 lesioni T2 (55% di rischio con placebo, 26% con Betaferon)
o intensificazione con Gd (63 % vs
33%).
Nei pazienti con manifestazioni multifocali,
il rischio di CDMS era indipendente dai referti della RM basale, indicanti
un alto rischio di CDMS a causa della disseminazione della malattia
sulla base di dati clinici.
Tuttavia, l’effetto a lungo termine del trattamento
precoce con Betaferon è sconosciuto anche
in questi sottogruppi ad alto rischio, in quanto lo studio è stato ideato
soprattutto per stabilire il tempo di progressione verso la CDMS piuttosto che l’evoluzione a lungo termine
della malattia.
Inoltre, non esiste una definizione universalmente
accettata per un paziente ad alto rischio, anche se un approccio più
cauto è di accettare almeno 9 lesioni T2 iperintense
alla scansione iniziale e almeno una nuova lesione T2 o una nuova lesione
con intensificazione con gadolinio (Gd) nella
scansione di follow-up almeno 1 mese dopo la scansione iniziale.
In ogni caso, il trattamento va considerato solo per i pazienti classificati
ad alto rischio. La terapia con Betaferon
è stata ben accettata nello studio condotto con pazienti con un singolo
evento clinico, come dimostrato dall’alta percentuale di completamento
dello studio ( 92,8% nel gruppo trattato con Betaferon).
Per aumentare la tollerabilità del Betaferon
nello studio condotto con pazienti con un primo evento clinico, la dose
è stata titolata e all’inizio del trattamento sono stati somministrati
farmaci antinfiammatori non steroidei.
Inoltre, la maggior parte dei pazienti ha usato un autoiniettore
per tutta la durata dello studio. In tutti gli studi sulla sclerosi
multipla, Betaferon è risultato efficace nel
ridurre l’attività della malattia (infiammazione acuta a livello del
sistema nervoso centrale e alterazioni permanenti dei tessuti) secondo
quanto osservato da imaging con risonanza
magnetica.
Il rapporto fra l’attività della malattia nella Sclerosi Multipla misurata
da imaging con risonanza magnetica e l’esito clinico non è ancora
del tutto chiaro.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
I
livelli sierici di Betaferon
sono stati rilevati in pazienti e volontari per mezzo di un saggio biologico
non completamente specifico.
Tra 1 e 8 ore dopo iniezione sottocutanea di 500 microgrammi (16,0 milioni
di UI) di interferone beta-1b sono stati osservati livelli
sierici massimi di circa 40 UI/ml.
Da vari studi è stato possibile stimare che le velocità medie di “clearance” e le emivite delle fasi
di eliminazione dal siero erano al massimo 30 ml·min-1·kg-1 e 5 ore,
rispettivamente. 14 L’iniezione del farmaco somministrato a giorni alterni
non determina un incremento dei livelli sierici
e la farmacocinetica non sembra variare durante la terapia. La
biodisponibilità assoluta dell’interferone beta-1b somministrato
sottocute era approssimativamente del 50%.
05.3 Dati preclinici
di sicurezza
Non
sono stati condotti studi di tossicità acuta.
Poiché i roditori non reagiscono all’interferone beta umano, studi con
dosi ripetute sono stati effettuati su scimmie
Rhesus.
Sono stati osservati ipertermia transitoria, un innalzamento significativo
dei linfociti ed un decremento significativo delle piastrine e dei neutrofili segmentati. Non sono stati condotti studi a lungo
termine.
Studi sulla riproduzione nelle scimmie Rhesus
hanno evidenziato tossicità materna e un aumento delle
percentuale di aborti, che danno luogo a mortalità prenatale.
Non si sono riscontrate malformazioni negli animali sopravvissuti. Non
sono state condotte sperimentazioni sulla fertilità.
Non si è osservata alcuna influenza sul ciclo
dell’estro nella scimmia.
L’esperienza con altri interferoni indica un potenziale di compromissione
della fertilità maschile e femminile. In uno studio singolo di genotossicità (test di Ames) non è stato osservato alcun effetto mutageno.
Studi di carcinogenesi non sono stati condotti.
Un test di trasformazione cellulare in vitro
non ha fornito indicazione di potenziale tumorigeno.
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Flaconcino
(con polvere per soluzione inie?????O?ttabile): Albumina umana Mannitolo
Solvente (soluzione di cloruro di sodio 5,4 mg/ml (0,54% p/v)):
Sodio cloruro Acqua per preparazioni iniettabili.
06.2 Incompatibilità
Questo
medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione
del solvente fornito di menzionato nel paragrafo 6.6.
06.3 Periodo
di validità
2
anni. Si raccomanda che il prodotto venga utilizzato
immediatamente dopo la ricostituzione.
Tuttavia, è stata dimostrata la stabilità del prodotto pronto per l’uso
per un tempo massimo di 3 ore, alla temperatura di 2.
8°C.
06.4 Speciali precauzioni
per la conservazione
Non
conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Non congelare. Per le condizioni di conservazione
del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
15
06.5 Natura
e contenuto della confezione
Flanconcino (con polvere per soluzione iniettabile): flaconcino trasparente
da 3 ml (vetro tipo I) con tappo in gomma butilica (tipo I) e sigillo in alluminio e Solvente (con soluzione
di cloruro di sodio 5,4 mg/ml (0,54%)): siringa pre-riempita
da 1,2 ml (vetro tipo I) contenente 1,2 ml di solvente. Confezioni da
5 flaconcini con polvere e 5 siringhe pre-riempite
di solvente oppure - 15 flaconcini con polvere e 15
siringhe pre-riempite di solvente E’ possibile
che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l'uso
e la manipolazione
Ricostituzione: Per ricostituire il liofilizzato
di interferone beta-1b per l’iniezione, usare la siringa pre-riempita di solvente fornita in dotazione e un ago per
iniettare 1,2 ml di solvente (cloruro di sodio in soluzione, 5,4 mg/ml
(0,54% p/v)) nel flaconcino di Betaferon.
Disciogliere la polvere completamente senza agitare. Dopo la ricostituzione,
aspirare 1,0 ml dal flaconcino nella siringa per la somministrazione
di 250 microgrammi di
Ispezione prima dell’uso: Controllare visivamente il prodotto
Betaferon. ricostituito
prima dell’uso.
Il prodotto ricostituito è incolore fino a colore giallo chiaro e da
leggermente opalescente a opalescente. Scartare il prodotto se contiene particelle in sospensione o se è di colore
alterato. Smaltimento: Il medicinale non utilizzato ed
i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità
alla normativa locale vigente.
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE
ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Schering
AG D-13342 Berlino Germania
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI
ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
EU/1/95/003/003
EU/1/95/003/004
09.0 DATA
DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
Data della prima autorizzazione: 30 novembre 1995 Data dell’ultimo
rinnovo: 31 gennaio 2006 16
10.0 DATA DI REVISIONE
DEL TESTO
01
settembre 2006