L'autoimmunità è lo sviluppo di una risposta immunitaria
rivolta verso antigeni propri dell'organismo. Il sistema immunitario è strutturato
in maniera tale che il rischio di sviluppare una forma di autoimmunità
è insito nei suoi stessi meccanismi di funzionamento. Due sono le principali
minacce al controllo dell'autoimmunità: la perdita della tolleranza e le conseguenze
dell'ipersensibilità. In ambedue i casi assistiamo alla generazione
incontrollata del repertorio dei recettori dei linfociti T (TCR) e dei recettori dei linfociti B (BCR) con la possibilità di innescare una
risposta che porta alla distruzione del tessuto colpito. I meccanismi di tolleranza
centrale e periferica permettono l'eliminazione dei linfociti che hanno
maggiore affinità per molti degli antigeni propri e il controllo di quelli che
hanno bassa affinità. L'insorgenza patologica dell'autoimmunità si realizza solo in presenza di uno
stato di attivazione immunitario prolungato come quello che si può verificare
nelle reazioni di ipersensibilità. Infatti tra le cause ipotizzate per l'autoimmunità
ci sono anche le infezioni
Le malattie autoimmuni sono classificate in base al tipo di risposta immunitaria
prevalente. Un secondo elemento di classificazione riguarda l'estensione
della patologia che può essere sistemica o organo-localizzata. Quando
la malattia autoimmune è causata dalla presenza di anticorpi autoreattivi
(autoimmunità di tipo II e III), è possibile risalire all'antigene scatenante.
L'autoimmunità di tipo IV è, invece, una risposta mediata dai Linfociti T. Nelle autoimmunità di tipo IV si assiste ad un danno tissutale che è
riconducibile all'azione dei linfociti T. In questo caso è molto difficile identificare
l'antigene scatenante ed isolare il clone linfocitario responsabile della
risposta autoimmune. Sono compresi in questa categoria la Sclerosi Multipla,
l'artrite reumatoide (anche di tipo III) e il diabete mellito.
Apoptosi
L’Apoptosi è un “suicidio programmato” delle cellule.
Questo fenomeno costituisce la risposta cellulare ad una serie di stimoli sia
intrinseci che estrinseci alla cellula stessa. Costituisce sicuramente un pilastro fondamentale
per il mantenimento della omeostasi dell’individuo adulto.
Il corretto funzionamento del sistema immunitario dipende dalla capacità
di riconoscere con alta efficienza elementi estranei all'organismo e di dirigere
verso di essi una adeguata difesa. Per raggiungere tale scopo l'evoluzione
ha messo a punto complesse strategie che sottopongono frequentemente le
cellule del sistema immunitario a cicli di proliferazione-selezione.
Tale turnover è fondamentale sia nell'acquisizione delle competenze immunologiche,
durante lo sviluppo e nell'adulto, sia nel controllo della risposta immunitaria. La maniera attraverso cui il sistema immunitario elimina sia cellule
inefficaci o non più utili, sia quelle potenzialmente autoreattive è tramite l'induzione della apoptosi
La morte di una cellula può rappresentare in un organismo pluricellulare
una fonte di pericolo per l'integrità dei tessuti. Condizioni di stress fisico e
chimico di particolare intensità determinano, infatti, la rottura delle membrane
cellulari con conseguente rilascio del contenuto del citoplasma. La
morte per necrosi è un evento pericoloso sia per il rilascio di molecole, quali
enzimi proteolitici, che provocano un danno diretto alla cellula vicina, sia
perchè determina una condizione pro-infiammatoria.
Un altro aspetto da considerare è il rilascio di antigeni intracellulari verso i quali l'organismo non
ha sviluppato tolleranza immunitaria e che sono quindipotenziale fonte di
autoimmunità.
In condizioni di stress più “blande” o per necessità fisiologica,
gli organismi pluricellulari hanno sviluppato una modalità di morte cellulare
che mira ad annullare possibili effetti traumatici. Tale modalità viene
indicata come apoptosi.
L'apoptosi è oggi considerata solo una
delle possibilità di eliminazione fisiologica delle cellule, mentre il meccanismo
più generale a cui si fa riferimento per classificare la realizzazione di un
programma genetico di morte è quello definito come PCD (Programmed Cell
Death, morte cellulare programmata).
L'apoptosi può essere considerata
per le cellule del sistema immunitario la modalità di morte più frequente.
Tutte le cellule dell'organismo sono predisposte ad attuare la morte cellulare programmata e questa
può essere invocata in tutte le fasi della vita di un organismo pluricellulare,
sia durante lo sviluppo sia durante l'omeostasi dei tessuti nell'adulto:
eliminazione di cellule ridondanti durante l’embriogenesi
rimodellamento dei tessuti durante la crescita
riparo e mantenimento dei tessuti
senescenza cellulare
modulazione del sistema immunitario
atrofia cellulare a seguito di mancanza di fattori di crescita
eliminazione di cellule con danni genetici irreparabili
Si è calcolato che circa 60 miliardi di cellule (0,1 % del totale) in un uomo
adulto muoiono giornalmente per apoptosi. Le cellule eliminate vengono
generalmente rimpiazzate da nuove cellule creando un sistema di controllo
dinamico.
L'apoptosi può giocare un ruolo importante nelle malattie autoimmuni sotto due diversi aspetti.
Da una parte difetti nella realizzazione dell'apoptosi permettono
la persistenza e la proliferazione di linfociti autoreattivi che possono scatenare una risposta di
natura autoimmune e contemporaneamente dar vita a linfoproliferazione.
L'altra ipotesi è che la causa scatenante sia indipendente dal ruolo dei linfociti e basata su
un'eccessiva mortalità in un determinato tessuto.
Le manifestazioni di ipersensibilità sarebbero in questo caso solo secondarie
e determinate da uno stato di infiammazione cronica.
Sebbene la perdita della tolleranza sia considerata la principale causa delle
patologie autoimmuni, i dati in nostro possesso ci permettono di formulare ipotesi solo
sulla base di fattori di rischio potenziali:
polimorfismo HLA
Alcuni alleli HLA sia di classe I che II sono più frequenti in pazienti con
malattie autoimmuni. L'ipotesi proposta è che certi alleli MHC potrebbero
presentare sia con maggiore che con minore efficienza gli antigeni ai linfociti
in maturazione.
Ciononostante studi condotti sui gemelli hanno dimostrato solo il
20% di convergenza patologica tra fratelli per malattie autoimmuni. Questo fa ritenere che l'assetto genetico sebbene
importante non è l'unico fattore di rischio delle malattie autoimmuni.
Ormoni
Per molte malattie autoimmuni vi è una significativa differenza nell'incidenza
tra i sessi. Le femmine sviluppano con maggiore frequenza diverse
malattie autoimmuni.
Le ragioni di tale differenza non sono chiare, ma recenti evidenze
che legano il fenomeno della immuno-deviazione (vedi) all'azione di analoghi
degli androgeni o degli estrogeni fanno ritenere che l'assetto ormonale
possa influenzare pesantemente la risposta immunitaria nei due sessi.
Esposizione ad antigeni nascosti
In presenza di una massiccia mortalità di tipo necrotico, o di una disfunzione
nell'eliminazione delle cellule apoptotiche vi è il rilascio di antigeni.
Tali antigeni una volta rilasciati in grande quantità possono quindi innescare una risposta immunitaria in quei
linfociti sfuggiti alla selezione clonale. Una dimostrazione sperimentale di
tale fenomeno è osservabile iniettando cellule apoptotiche nel
topo. In tale situazione si assiste alla produzione di auto-anticorpi rivolti contro
il DNA.
Infezioni
Molti pazienti con diabete mellito hanno precedentemente sofferto di una
infezione da coxsackie virus. L'encefalite autoimmune può essere indotta
sperimentalmente immunizzando verso la proteina basica della mielina ma
solo se si inietta contemporaneamente anche il vaccino del Mycobacterium
tubercolosis.
In altri casi si ritiene che l'infezione possa indurre autoimmunità tramite
un meccanismo di mimetismo molecolare.
Tratto da:Adriano Angelucci - Università degli Studi dell’Aquila. Facoltà di Medicina e Chirurgia:
"Apoptosi e sistema immunitario: regolazione e patologie associate"
Il mimetismo molecolare
In tutte le malattie autoimmuni si riconosce come meccanismo iniziale un fenomeno ben conosciuto in immunologia
che si chiama mimetismo molecolare. Quando un agente patogeno entra nell’organismo, viene “processato”
da cellule specializzate, confrontato con il “self”, l’organismo stesso, che si chiama HLA, antigene umano linfocitario.
Se una sequenza di amminoacidi delle proteine dell’agente esterno che viene analizzato, coincide con la sequenza di
amminoacidi dell’HLA, quando tutto questo viene presentato ai linfociti, questi producono anticorpi,
non solo contro l’agente esterno, ma anche contro le cellule dell’organismo, nel caso specifico, cellule della mielina
(Sclerosi Multipla).
Nella Sclerosi Multipla le cellule T reagiscono sia con un peptide dell'autoantigene proteina basica della mielina,
sia con peptidi del virus di Epstein Barr, del virus influenzale tipo A e del papilloma virus umano.
È stato dimostrato che sequenze peptidiche di agenti virali molto comuni, come EBV, Herpers simplex,
adenovirus influenzali, sono presentate in associazione a molecole HLA-DR2 e DQ1 a linfociti T
specifici per sequenze peptidiche "immunogeniche" della MBP (proteina basica della mielina)
Le malattie autoimmuni
Si definisce malattia autoimmune una condizione patologica provocata
da una reazione immunitaria diretta contro costituenti propri
dell'organismo, che non vengono più riconosciuti come propri (self).
Ogni costituente dell'organismo in condizioni normali è infatti
protetto dall'aggressione del sistema immunitario dal meccanismo
della tolleranza immunologica. L'autoimmunità
è il risultato di un'alterazione di uno o più meccanismi che regolano
la tolleranza immunologica. La protezione immunitaria può venire
meno in seguito al verificarsi di diverse condizioni:
Tessuti od organi, come conseguenza di un processo patologico
che li interessa, possono liberare molecole alterate che il
sistema immunitario non riconosce più come proprie e che funzionano
quindi da antigeni scatenando la produzione di anticorpi contro
di essi.
Linfociti B, in grado di produrre anticorpi contro antigeni
propri non sono più sottoposti alla normale inibizione che
produceva lo stato di tolleranza immunitaria.
Anticorpi diretti contro antigeni estranei manifestano una
contemporanea reazione (detta crociata) contro costituenti
propri scatenando un danno all'organismo.
Immunocomplessi si depositano nei tessuti e provocano malattie
dette appunto Autoimmunopatie.
Non è da escludere che anche infezioni virali possono determinare
un "errore" nel sistema immunitario di individui predisposti scatenando
la malattia. Le malattie autoimmuni sono quindi quel gruppo di
patologie causate dall’alterazione del sistema immunitario, che
reagisce contro i tessuti dell’organismo stesso. La modificazione
dei meccanismi di riconoscimento cellulare, che normalmente permettono
all’organismo di distinguere il “sé” (self) dal
“non sé” (non self), ossia gli elementi a esso
appartenenti rispetto a quelli a esso estranei, determina una
produzione di anticorpi che possono colpire singoli organi o innescare
malattie sistemiche, cioè danneggiare interi organi ed apparati
dell’individuo